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A Orbassano il primo social housing progettato per accogliere persone con grave disabilità motoria

Vincenzo Spinello

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Condividere gli Spazi, includere le differenze ad Orbassano, in provincia di Torino, ora è realtà. Offrire una risposta al disagio abitativo delle famiglie e sviluppare un nuovo servizio residenziale dedicato alla disabilità motoria, in collaborazione con il “Gruppo di Aiuto e Sostegno del Disagio Abitativo delle Persone con gravi disabilità”. Sono questi gli obiettivi del progetto di social housing “Condividere gli Spazi, includere le differenze” inaugurato oggi. Primo in Italia con queste caratteristiche, è stato progettato per integrare persone affette da disabilità motoria ed è promosso dal “Fondo Abitare Sostenibile Piemonte (FASP)”: il fondo dedicato allo sviluppo di iniziative di social housing sul territorio piemontese partecipato da Cassa Depositi e Prestiti (attraverso il Fondo Investimenti per l’Abitare – FIA) con una quota del 66% e dalle maggiori Fondazioni di origine bancaria piemontesi.

Il progetto – iconico ed esemplare – è stato immaginato dalla Città di Orbassano, dalla Cooperativa Giuseppe Di Vittorio, dal FASP, da Fondazione Compagnia di San Paolo, da CDP Immobiliare SGR (del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti) e da InvestiRE SGR, (primario operatore italiano nella gestione di fondi di investimento immobiliari, tra cui il FASP, connotato da una forte specializzazione nel settore residenziale e nel social housing). L’iniziativa è stata pensata per realizzare 3 obiettivi: progettare spazi condivisi, favorire l’inclusione di persone con disabilità e creare un equilibrio economico per rendere possibile l’applicazione di canoni sociali.

Il 10% degli appartamenti realizzati sarà destinato a persone con problemi di disabilità motoria, in particolare con lesioni midollari e patologie neurovegetative (individuati attraverso una selezione con evidenza pubblica).

Condividere gli spazi, includere le differenze prevede anche la realizzazione di spazi comuni che ospiteranno attività e servizi quali: attività rieducative e assistenza psicologica, isole tecnologiche per laboratori, luoghi collettivi di relazione. Questi spazi e le attività ad essi connesse saranno rivolti sia ai soci assegnatari sia agli abitanti del territorio e saranno gestiti e presidiati dalle associazioni specializzate del terzo settore.

“Come sempre la nostra Cooperativa, con entusiasmo, ha preso parte e trainato i diversi protagonisti di questo intervento per continuare a dare risposte ai nostri Soci ed anche confrontarci con esigenze di un abitare con le quali non avevamo alcuna esperienza. Purtroppo durante il percorso il cantiere è stato investito dalla pandemia ed infine dagli aumenti dei costi ma nonostante queste variabili abbiamo rispettato i nostri impegni verso i Soci non aumentando il canone.

È doveroso ringraziare tutte le persone che hanno lavorato per consentirci, oggi, di presentare questo intervento ed in particolare ricordare Pasquale Cifani che è stato l’anima del progetto” commenta il Presidente Massimo Rizzo.

Un progetto con caratteri di flessibilità dove l’inclusione è l’anima dell’abitare, vivere la condizione di disabilità in un complesso residenziale senza ostacoli e separazioni con altre famiglie normodotate. L’obiettivo è quello di garantire il più possibile un ritorno alla normalità realizzando appartamenti come fossero abiti su misura, particolare attenzione è stata posta agli aspetti della sostenibilità ambientale con la progettazione di impianti tecnologici a basso impatto energetico e di soluzioni ergonomiche a favore dei soggetti disabili” conclude l’architetto Graziella Mercuri progettista del complesso con la collaborazione di Walter Fazzalari.

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