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Coldiretti Torino: il nuovo ospedale di Ivrea sia costruito senza consumo di suolo agricolo

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Coldiretti Torino chiede che per la costruzione del nuovo ospedale di Ivrea non venga consumato nuovo suolo agricolo.

Il presidente della Regione, Alberto Cirio e l’assessore regionale alla sanità, Luigi Genesio Icardi, hanno annunciato che la scelta dell’ubicazione del nuovo nosocomio avverrà tra due siti: l’area ex Ribes a Pavone Canavese, e quella ex Montefibre a Ivrea.

L’area di Pavone è caratterizzata da terreni agricoli fertili ripristinati dagli agricoltori dopo la terribile alluvione dell’ottobre 2000 e attualmente coltivati a mais, grano e altri cereali da cui le aziende agricole ricavano in autonomia i mangimi per gli allevamenti di mucche da carne e da latte.

L’area ex Montefibre è una vasta zona, servita dalla superstrada, costituita da ex fabbricati e da piazzali asfaltati in parte già adibita a servizi pubblici tra cui il grande poliambulatorio di Ivrea.

«I nostri agricoltori – commenta il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – abitano il territorio e sono i primi a chiedere una sanità adeguata alla portata dei cittadini. Coldiretti Torino è, quindi, assolutamente favorevole alla realizzazione di un nuovo ospedale. Ma nella scelta tra i due siti indicati dalla Regione non possiamo permettere che, ancora una volta, i campi fertili siano considerati soltanto come superfici libere e non come i luoghi della produzione del cibo. Non possiamo permettere che venga consumato altro suolo agricolo di qualità perdendo quote di produzioni locali proprio nel momento in cui una crisi mondiale minaccia la sovranità alimentare del nostro Paese. Chiediamo che le ragioni dell’agricoltura vengano tenute in considerazione nella scelta del sito. Perché l’agricoltura non solo ha la stessa importanza delle altre attività economiche ed è il primo anello delle filiere dei prodotti tipici di qualità ma soprattutto risponde al bisogno primario di garantire il cibo a tutti i cittadini».

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