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Cultura

A Torino si legge Les Fleurs du Mal in 16 lingue

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Mercoledì 14 dicembre, alle ore 11 nell’Auditorium del complesso “Aldo Moro” (via S. Ottavio 18, Torino) si tiene Les Fleurs du Mal – Baudelaire in 16 lingue, un evento organizzato dal Dipartimento di Lingue e Letterature straniere e Culture moderne dell’Università di Torino, in collaborazione con l’Institut Français Italia.

Durante la giornata, l’opera “I fiori del male” dello scrittore francese Charles Baudelaire verrà letta in 16 lingue dal gruppo “Lettrici e lettori stravaganti”. Il gruppo unisce lettrici e lettori del Dipartimento a studentesse e studenti madrelingua, che si prestano a dar voce, nei rispettivi idiomi, a queste performances: stranieristi che vagano nella cultura di tutto il mondo. Le lingue saranno le seguenti, in ordine di lettura: italiano, francese, spagnolo, cinese, argentino, tedesco, inglese, serbo croato, polacco, portoghese, giapponese, russo, ucraino, romeno, catalano e arabo.

Grazie alla collaborazione del regista Alberto Gozzi, la lettura assumerà la forma di una performance teatrale: ogni poesia verrà presentata prima in italiano e poi in una delle 16 lingue sopra elencate, il tutto accompagnato da un tappeto musicale. L’evento verrà ripreso dal videomaker Francesco Ghisi per la produzione di un video che potrà essere utilizzato come materiale didattico per le scuole. Saranno peraltro presenti in Auditorium due classi di scuola secondaria (Liceo B. Pascal di Giaveno e Liceo Darwin di Rivoli) con le loro insegnanti.

“Il successo delle precedenti edizioni – dichiara Gabriella Bosco, docente di letteratura francese UniTo, ideatrice e coordinatrice dell’evento insieme alla sua collaboratrice Luana Doni – ci ha confortati nella nostra idea di fare di queste letture in tante lingue un momento da mantenere, ogni anno, come vetrina della comunità culturale. Come per le letture degli scorsi anni, anche questa volta abbiamo scelto un testo appartenente al patrimonio letterario mondiale, declinandolo in 16 lingue, tutte rappresentate nel nostro Dipartimento. A dimostrazione di come la letteratura e la cultura sommamente uniscano”.

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