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Cronaca

Caso Alfredo Cospito, il pg di Torino: “Non è stato condannato al carcere a vita”

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“La posizione processuale di Alfredo Cospito, ossia la condanna e l’attesa di residuo giudizio non ha nulla a che vedere con quella che viene chiamata (impropriamente) misura del 41 bis dell’ordinamento penitenziario, poiché quel regime differenziato di detenzione viene applicato a soggetti dei quali si riconosca la particolare pericolosità, imputati o condannati per taluni reati gravi previsti dalla legge, e la possibilità e capacità di mantenere, pur se detenuti, collegamenti con le associazioni mafiose, terroristiche o eversive”.

Lo precisa da Torino il procuratore generale Francesco Saluzzo in una nota con cui interviene sui “resoconti estremamente inesatti” apparsi in questi giorni.

Nel capoluogo piemontese Cospito, trasferito ieri nel carcere di Opera, a Milano, è imputato nell’appello bis dell’inchiesta Scripta Manent e, come ricorda il magistrato, non è vero che sta scontando “un ergastolo ostativo o che sia già stato condannato al carcere a vita”.

“Il sig. Cospito – continua Saluzzo – è stato processato e condannato per una serie di reati (taluni assai gravi) e la Corte suprema di Cassazione, decidendo sui riscorsi, proposti dagli imputati e da questa Procura generale, ha respinto il ricorso dell’imputato Cospito ed ha accolto il ricorso di questo PG nei confronti proprio del Cospito e di altri”.

“La Corte di Cassazione  – continua – ha annullato, con rinvio alla Corte di Torino, la condanna per Cospito con riferimento all’episodio relativo all’attentato, realizzato con esplosivi “temporizzati”, alla Scuola Allievi Carabinieri di Fossano e lo ha riqualificato come “strage” con connotazioni e finalità politica, un reato più grave di quello originariamente ritenuto dei giudici di merito. Di conseguenza, la sentenza di condanna per tutti gli altri reati contestati a Cospito è divenuta definitiva”.

 “Per questi reati, il mio Ufficio ha emesso ordine di esecuzione della pena (anni venti) ed ha “cumulato” anche le condanne definitive emesse da altre autorità giudiziarie, per complessivi anni trenta di reclusione – spiega il pg -. Per effetto di ciò, il sig. Cospito sta ora scontando, come condannato in via definitiva quella pena”.

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