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Chieri chiede di modificare il disegno di legge delega sulla non autosufficienza

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Il Comune di Chieri chiede di modificare il testo del disegno di legge delega in materia di assistenza agli anziani non autosufficienti, in modo tale da salvaguardare il carattere universalistico del Servizio sanitario nazionale, destinato a tutti i malati, compresi quelli non autosufficienti, e del carattere esigibile dell’indennità di accompagnamento; la conferma e il mantenimento della titolarità sanitaria e della programmazione e del finanziamento delle prestazioni socio-sanitarie in ambito Lea (domiciliari, semiresidenziali e residenziali); la conferma dell’esigibilità e l’aumento degli interventi sanitari e socio-assistenziali a domicilio (infermieristici, diagnostici, riabilitativi, assistenziali destinati anche ai malati non autosufficienti); la formalizzazione, come diritto esigibile sotto la titolarità del Servizio sanitario nazionale (Lea) e con una sua compartecipazione finanziaria, di un contributo per la tutela negli atti della vita quotidiana; una precisa definizione dei finanziamenti necessari per garantire l’esigibilità delle prestazioni previste dalla riforma: queste le richieste contenute nell’Ordine del Giorno, approvato dal Consiglio comunale di Chieri con 20 voti a favore.

Primi firmatari del documento sono le consigliere comunali Clara BRAMARDI (Sicchiero per Chieri Si), Manuela OLIA (Partito democratico), Rachele SACCO (Progetto per Chieri-Salviamo l’ospedale insieme) e Mariella TAGLIAVIA (Chieri Ecosolidale).

Così spiegano le proponenti: «Con questo documento abbiamo inteso mandare un segnale al Governo e al Parlamento, perché la normativa che deve soccorrere le persone non autosufficienti sul tema domiciliarità, è carente e non protegge i loro diritti. Mette in forse diritti esigibili e non ne definisce altri in campo sia sanitario sia sociale».

In particolare si evidenzia come l’istituzione di un «Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (Snaa)» potrebbe determinare un contenitore separato nel quale intervenire solo per i più poveri; il modello delineato mette in discussione diritti esigibili e non prevede alcuna risorsa aggiuntiva né alcun rafforzamento dei LEA né più diritti entro il Servizio sanitario nazionale per gli anziani malati non autosufficienti; non è previsto alcun impegno finanziario per potenziare l’offerta di supporti domiciliari tutelari negli atti della vita quotidiana per gli anziani malati non autosufficienti; manca una precisa definizione dei finanziamenti e il testo si limita a rimandare alle successive leggi di bilancio e a prevedere «l’integrazione tra Assistenza Domiciliare Integrata e Servizio di Assistenza Domiciliare» (SAD gestito da comuni o da loro aggregazioni) senza ulteriori specifiche.

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