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La lettera dei Marlene Kuntz per la morte del batterista e fondatore Luca Bergia

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Ci ha lasciati ieri Luca Bergia, ex batterista e tra i fondatori del gruppo rock cuneese Marlene Kuntz, trovato senza vita in casa. Bergia era nato a Cuneo e aveva 54 anni; aveva suonato nei Marlene dal 1989, anno di nascita del gruppo che aveva contribuito a fondare assieme a Riccardo Tesio. Nel 2020 ha lasciato la band per dedicarsi all’insegnamento.

Poco fa, sui social dello storico gruppo piemontese è apparsa una lunga e commovente lettera in ricordo di Bergia

Caro Luca: sei stato l’anima leggera della nostra band. La tua ironia sagace, i tuoi giochi di parole, la tua prontezza di riflessi, la tua sensibilità nascosta, la tua bontà, erano necessari alla sanità del nostro piccolo, orgoglioso ecosistema. Senza di te avremmo spesso permesso a una cappa di oscurità di sovrastare le nostre paturnie e la nostra risibile incomunicabilità. Un ruolo necessario che ha reso incorruttibili questi anni gloriosi. Ci mancheranno tutte le tue azioni di collante, la solidarietà, l’amicizia, la complicità di un progetto di vita condiviso per più di 35 anni, l’affidabilità della tua solenne lealtà. Ti stavamo aspettando, per riappropriarcene, non ce l’hai fatta, ne resteremo orfani. Ma ti saremo grati, sempre e comunque.
Tuoi Marlene.

(Pochi minuti fa abbiamo preso la dibattuta decisione di fare domani il concerto a Saluzzo in teatro.
“Come la fai la sbagli”, e noi cercheremo di ignorare coloro che avranno modo di ridire sulla nostra scelta, come coloro che invocheranno l’excusatio non petita. Dopo esserci fatti un giro stamane nei social per vedere quanto affetto è stato riversato su di te, da ogni dove e a ogni latitudine, abbiamo constatato che c’è chi ha il coraggio di fare dietrologia della peggior specie sulla tua morte, così vulnerabile, così da proteggere. E siccome da tempo abbiamo dovuto arrenderci all’abitudine a questo mondo abbruttito, la cosa, pur lasciandoci indignati, non ci stupisce. E per l’appunto, “come la fai la sbagli”. Tanto vale che sia il cuore a dettar legge. Il nostro cuore ha le sue ragioni, e sono forti.

Comunichiamo dunque che desideriamo suonare per te. L’arte ha il dovere di proseguire, di fare la sua parte, con la sensibilità che le è congenita, in grado di chiarificare il dolore a qualsiasi grado esso si manifesti. Tu Luca hai sublimato il tuo per molto tempo, da un certo punto in avanti, creando insieme a noi così tante canzoni, e circa due anni fa non ce l’hai più fatta. Lo vogliamo fare noi per te, ora che non ci sei più, e vogliamo farlo ora, proprio nei pressi della tua morte, per quanto sarà difficilissimo. Hai vissuto 35 anni di amore per la musica, e non possiamo altro che pensare che se in questo momento sei da qualche parte, reattivo con la tua coscienza, il nostro concerto per te non possa che regalarti un sorriso di intima gioia. Hai vissuto per la musica, e noi ti doneremo ancora un po’ di quella vitalità che ti era così necessaria. Il concerto poteva essere spostato, non c’erano vincoli contrattuali di sorta, e avevamo già l’alternativa da valutare: ma siamo convinti del valore estremo di questa scelta, proprio nel momento della massima emotività in gioco per tutti noi).

E tu cosa ne pensi?

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