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Cronaca

Morti sul lavoro, il Piemonte in zona rossa: +25% rispetto alla media nazionale

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Numeri inquietanti per le morti sul lavoro per il Piemonte nel primo bimestre 2023, secondo solo alla Lombardi che piange il maggior numero di vittime (14); inevitabilmente, del resto, a livello statistico considerando che si tratta della regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia. Seguono: Piemonte (10), Veneto (9), Emilia Romagna (7), Toscana e Puglia (6), Marche (4), Umbria e Campania (3), Sardegna, Liguria, Sicilia e Lazio (2), Abruzzo, Friuli Venezia Giulia e Calabria (1). (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).

Nel primo bimestre del 2023 è il settore Trasporti e Magazzinaggio a far registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 14. Seguito dalle Costruzioni (9) e dalle Attività Manifatturiere (8).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (33 su un totale di 73).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a febbraio 2023 sono 3; mentre in 4 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 10, mentre sono 6 quelli che sono deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il lunedì e il mercoledì sono i giorni della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali nel primo bimestre dell’anno: rispettivamente con il 20,5% del totale degli infortuni mortali in occasione di lavoro e il 19,2%.

INFORTUNI. Le denunce di infortunio sono in diminuzione del 29,1% rispetto a fine febbraio 2022. Erano infatti 121.994 a febbraio 2022. Nel 2023 sono scese a 86.483. E la flessione più evidente è quella rilevata nel settore della Sanità (lo scorso anno erano 19.786 le denunce, mentre a fine febbraio 2023 sono diventate 4.184). E continua ad essere altrettanto importante il decremento registrato per le denunce nel settore dei Trasporti: passate dalle 11.225 del 2022 alle 3.926 del 2023.

In tutti questi numeri è molto probabilmente determinante la diminuzione delle denunce di infortunio per Covid: secondo le stime lo scorso anno nel periodo gennaio – febbraio erano circa 33.000, un valore rilevante in quanto equivalente a circa un quarto delle denunce dei primi due mesi del 2022.

Nella graduatoria del nuovo anno per settore, il maggior numero di denunce arriva dalle Attività manifatturiere (9.359), seguita dalla Sanità (4.184), dai Trasporti (3.926), dal Commercio (3.805) e dalle Costruzioni (3.804).

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nel primo bimestre dell’anno sono state 31.867, quelle dei colleghi uomini 54.616.

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