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Cronaca

I troppi problemi delle scale mobili esterne della Metro di Torino. Il concorso per le coperture esterne che non ha mai portato a nulla

La storia di un progetto mai realizzato che avrebbe fatto risparmiare sui costi di gestione delle scale mobili della Metro di Torino che sono spesso inutilizzabili

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Torino – Fino dalla sua inaugurazione la Metro di Torino ha vissuto importanti problemi alle scale mobili e alle ascensori creando disservizi per tutti i suoi utenti ma soprattutto per i diversamente abili e per gli anziani.

La Metro è stata inaugurata nel febbraio 2006 per le Olimpiadi invernali, ha quindi 17 anni.

La situazione non è migliorata negli anni, anzi è peggiorata e riceviamo spesso segnalazioni di problemi da quasi tutte le fermate, soprattutto da quelle in periferia.

Secondo i dati GTT del 2022 nelle 23 stazioni della linea 1 della Metropolitana di Torino sono presenti 142 scale mobili e 73 ascensori. Molti lamentano un totale disinteresse di GTT rispetto alle loro segnalazioni e che nonostante che ci siano stati lavori di sistemazione, dopo pochi giorni tutto è di nuovo come prima. Sostituire tutte le scale mobili  costerebbe più di 42 milioni di euro, per circa 300 mila euro ciascuno.

La grave emergenza riguarda le scale mobili esterne esposte alle intemperie. Su 50 scale mobili esterne 21 sono funzionano. A Porta Nuova, tre su quattro scale mobili esterne sono fuori uso, se si considerano anche quelle interne sono fuori uso 6 scale mobili su 10.

In generale sono fuori uso mediamente un impianto ogni 4.

La non presenza di coperture degli accessi è un problema funzionale ed estetico della Metro di Torino gestita da GTT.  Nell’ormai lontano 2008 , in piena fase post olimpica, venne fatto un concorso internazionale di idee grazie a GTT insieme all’Ordine degli Architetti e al Comune, per realizzare le nuove coperture degli ingressi delle stazioni della metropolitana. Il concorso proponeva nuove strutture per caratterizzare il percorso della nuova linea 1 con un segno architettonico di superficie con interventi di posa molto leggeri. I vincitori avrebbero ricevuto un premio di 8 mila euro e i progetti sarebbero stati di proprietà della Città e di GTT.

Vinse il progetto Una nuova capote per Torino degli architetti italiani residenti a Barcellona Jury Barattini e Marzio Clementi, con la consulenza dell’ing.Veronica Schuster e dell’arch. Tamara Loviscek con questa motivazione:

Si tratta di un’idea progettuale che spicca, tra le proposte presentate, per la sua capacità di dialogare con i differenti intorni urbani attraversati dalla metropolitana. Struttura leggera, trasparente ed elegante, oltre che a svolgere la funzione propria del “coprire” diventa elemento di arredo urbano caratterizzante per la sua originalità lo spazio circostante, identificando la funzione che lì si svolge. La modularità degli elementi che la compongono e la loro produzione in stabilimento, garantiscono vantaggi sia per la fase di montaggio in sito che per la durabilità e la ridotta manutenzione.

Il progetto vincitore ottenne dalla giuria 448 voti sui 500 disponibili, risultando primo tra i 61 concorrenti Classificati al secondo ed al terzo posto della competizione lo studio torinese Magmaprogetti con il progetto “Emme” e l’arch. Francesco Previtali con “Fossili in città”. Il presidente GTT dei tempi entusiasta dichiarò: “la copertura degli ingressi alle stazioni ha non solo una funzione di riparo dagli agenti atmosferici, ma rappresenta anche un’impronta sul territorio e un elemento di riconoscibilità della linea 1 della Metropolitana Automatica di Torino”.

Dopo il concorso non se ne fece nulla di concreto per ragioni non note. E così le scale mobili della metro di Torino nel 2023 continuano a rompersi …

 

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