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Cultura

A 80 anni dall’armistizio di Cassibile del ’43, che divise l’Italia in due

L’armistizio dell’8 settembre mandò completamente il paese Italiano allo sbando. Torino e l’Italia si preparavano ad affrontare due anni di guerra

Alessia Serlenga

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Torino – Era l’8 settembre 1943, quando in seguito all’armistizio di Cassibile per gli italiani cominciò un lungo periodo di bombardamenti. L’armistizio era stato firmato il 3 settembre a Siracusa e prevedeva che l’Italia si arrendesse alle Nazioni Unite e abbandonasse l’alleanza con la Germania di Hitler.

Ma come mai se il documento è stato firmato il 3 settembre, è passato poi alla storia come l’armistizio dell’8 settembre? Questo perché dovette rimanere segreta la stipula dell’accordo per cinque giorni, nel rispetto di una clausola del patto che prevedeva che esso entrasse in vigore dal momento del suo annuncio pubblico, che ebbe luogo solo il pomeriggio dell’8 settembre 1943 alle ore 18.30 quando Radio Algeri trasmise il proclama in lingua inglese del generale statunitense Dwight Eisenhower. Successivamente alle 19.42 italiane, il proclama di Badoglio trasmesso dai microfoni dell’Eiar (Ente italiano per le audizioni radiofoniche). L’annuncio da parte degli alleati arrivò all’improvviso e per questo colse del tutto impreparate e lasciò prive di direttive le forze armate italiane.  Il mattino successivo, il 9 settembre, il re, la regina, il principe ereditario, Badoglio, i due ministri del Governo e alcuni generali dello stato maggiore fuggirono da Roma rifugiandosi a Brindisi, per mettersi in salvo dal pericolo di una possibile cattura tedesca. Così, le armate tedesche della Wehrmacht e delle SS presenti in tutta la penisola, poterono far scattare l’Operazione Achse, ovvero il piano elaborato dall’Oberkommando der Wehrmacht durante la seconda guerra mondiale, per contrastare un’eventuale uscita dell’Italia dalla guerra. Il piano si concretizzò in breve tempo, occupando tutti i centri nevralgici del territorio nell’Italia settentrionale e centrale, fino a Roma, sbaragliando ovunque l’esercito italiano. Infatti, la maggior parte delle truppe fu fatta prigioniera e venne mandata nei campi di internamento in Germania. Quindi, quasi tutta la penisola cadde sotto l’occupazione tedesca e l’esercito venne disarmato mentre lo Stato cadde in sfacelo. A Napoli, fu la popolazione a mettere in fuga le truppe nazifacsiste dopo una battaglia durata quattro giorni, ma solo nel 1945 grazie alla lotta della resistenza italiana, con l’aiuto degli Alleati, l’Italia si liberò del tutto dalle forze fasciste e naziste.

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