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I Comitati contro Regione Piemonte e Comune di Torino per il nuovo Maria Vittoria: fermare l’iter del progetto alla Pellerina

I Comitati chiedono di aprire un dibattito pubblico e valutare seriamente le alternative disponibili

Redazione Quotidiano Piemontese

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TORINO – In risposta alla conferenza stampa convocata dal Presidente della Regione Piemonte Cirio e dal Sindaco di Torino Lorusso,  i comitati Assemblea Pellerina – No ospedale nel parco e Salviamo la Pellerina denunciano “una  gravissima forzatura politica e amministrativa in atto ai danni del Parco della Pellerina e della sicurezza dei cittadini”.

Secondo i Comitati “la narrazione proposta dalla Regione e dal Comune ignora o minimizza elementi tecnici fondamentali già sollevati da urbanisti, geologi, esperti sanitari, giuristi e associazioni ambientaliste. La realtà è che la scelta della Pellerina è viziata sin dall’inizio e rappresenta un caso emblematico di cattiva pianificazione”.

Dal comunicato dei Comitati

Dai documenti ufficiali emerge che:

  • Fin dal 2022, la Regione ha adottato criteri di selezione sbilanciati su aspetti economici, ignorando la valutazione preventiva dei rischi ambientali e idraulici.
  • Lo studio comparativo del Comune (ottobre 2022) ha replicato tali criteri incompleti.
  • La ASL già a dicembre 2022, ha indicato la Pellerina come sito preferito senza alcuna analisi geologica e idraulica preventiva.

Questa sequenza procedurale, troppo rapida e apparentemente orientata a legittimare una decisione già presa, oggi si tenta di presentarla come inevitabile.

L’area è classificata come verde pubblico nel Piano Regolatore vigente: per costruire l’ospedale sarebbe necessaria una variante urbanistica, operazione che, se valutata correttamente nei criteri comparativi, avrebbe penalizzato drasticamente la Pellerina rispetto ad altre aree già urbanizzate, come via Traves – ex Macello, sistematicamente trascurata nelle analisi amministrative.

Rischio idrogeologico: il sito individuato ricade in Fascia B e Fascia C del PAI, cioè in zone soggette a rischio idraulico medio ed elevato, classificate in Classe IIIa(P) e IIIa1(P). L’alluvione dell’aprile 2025 ha confermato quanto evidenziato dai tecnici: ricorrenti allagamenti, vulnerabilità del suolo, prossimità alla Dora Riparia, incompatibilità con funzioni critiche.

La costruzione di un ospedale da 503 posti letto in un’area esondabile viola l’art. 38 delle Norme PAI, che vieta nuovi insediamenti strategici aumentando il carico insediativo. In caso di piena, l’area sarebbe probabilmente riclassificata come R4 cioè rischio molto elevato. Considerando i cambiamenti climatici, ignorare queste evidenze non è solo irragionevole, ma altamente pericoloso.

Impatto ambientale: il consumo irreversibile di 60.000 m² di suolo permeabile, la perdita di habitat consolidati oltre all’impatto sul reticolo idrografico e sulle dinamiche idrauliche locali, rappresentano uno sfregio al patrimonio ambientale di Torino. Le proposte di compensazione (verde pensile, alberature ornamentali, monetizzazioni) sono in violazione anche dei principi europei sul consumo di suolo e sul ripristino della natura.

Il Parco della Pellerina non è la scelta più efficace né logica. Durante l’assemblea pubblica del 20 novembre, organizzata dai comitati da tempo contrari alla costruzione nel parco a cui hanno partecipato tanti cittadini, gli esperti hanno evidenziato: incoerenze urbanistiche, impatti devastanti sulla mobilità, criticità idrogeologiche e rischio di esondazione non mitigabile, progettualità sanitaria inadeguata a un ospedale moderno, irregolarità procedurali e lacune nel percorso decisionale, violazioni di principi ambientali e direttive europee sul ripristino della natura. Le osservazioni formali presentate dai comitati in sede di Conferenza dei Servizi sono state ignorate, senza alcuna risposta, costituendo un grave precedente di mancanza di trasparenza e potenziale violazione del diritto di accesso alle informazioni ambientali (Convenzione di Aarhus, Direttiva 2003/4/CE, D.Lgs. 195/2005).

La narrazione emersa dalla conferenza stampa di ieri nella sede dell’Ospedale maria Vittoria, non rispecchia la complessità del problema. È doveroso che l’opinione pubblica riceva un’informazione completa e oggettiva. Esiste un’alternativa concreta e già disponibile: l’area di via Traves – ex Macello, già urbanizzata, non soggetta a rischio esondazione, priva di consumo di suolo, logisticamente idonea e coerente con la pianificazione territoriale. Resta attuale e inevasa la domanda: perché la Regione e il Comune di Torino continuano a rifiutare soluzioni sicure e sostenibili?

Di fronte ai cambiamenti climatici, alla tutela della sicurezza pubblica e al valore insostituibile del Parco della Pellerina, chiediamo agli amministratori regionali e comunali di:

  • Fermare immediatamente l’iter approvativo del progetto nel parco;
  • Aprire un Dibattito Pubblico, obbligatorio e finora ignorato;
  • Valutare seriamente le alternative già disponibili;
  • Ristabilire trasparenza, legalità e rispetto della cittadinanza.

Il Parco della Pellerina rappresenta un patrimonio naturale imprescindibile per Torino: non può essere sacrificato per decisioni affrettate, rischiose e ingiustificate dal punto di vista tecnico.

I comitati continueranno con determinazione la loro azione a tutela del parco, della sicurezza dei cittadini e del diritto a una pianificazione trasparente, razionale e rispettosa dell’ambiente.

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