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Cronaca

Lo scivolone sui gay e la Chiesa piemontese: scoppia la polemica

Redazione Quotidiano Piemontese

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Sta scatenando un vespaio la posizione della Chiesa piemontese in conseguenza della proposta di legge regionale presentata dall’ex presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, per la parità di trattamento e il divieto di ogni forma di discriminazione nelle materie di competenza regionale. La polemica e l’indignazione sono scoppiate dopo che la commissione bioetica dell’Arcidiocesi di Torino, in una lettera inviata dalla segreteria dell’Arcivescovo Cesare Nosiglia al presidente del Consiglio regionale, Valerio Cattaneo, ha parlato dell’omosessualità come di una malattia da dover curare e ha ricordato l’importanza della famiglia tradizionale.

Nella lettera si scrive che non bisogna “discriminare, censurare o ostacolare chi con metodo scientifico coltiva la tesi che l’omosessualità sia curabile”. Il prelato, che fa parte della commissione bioetica dell’arcidiocesi torinese, ha chiesto che “non vengano censurati né incriminati coloro che ritengono doveroso ffermare e insegnare che la distinzione fra maschile e femminile non è solo un fatto di cultura, ma anche di natura e che la famiglia fondata sul matrimonio monogamico tra uomo e donna non va considerata solo come una delle tante unioni o convivenze possibili”.

Immediata la replica della Bresso: ”La Chiesa sostiene teorie smentite dalla comunità scientifica da decenni. L’omosessualità non è una malattia o un comportamento che necessita di cure o riabilitazioni di alcun genere, e questa è un’evidenza scientifica. Di questa certezza il servizio pubblico non può far finta di nulla. La Chiesa afferma un’idea legata in modo ossessivo alla sfera sessuale, come una sorta di perversione da curare. È giusto che i legislatori ascoltino tutti i pareri, ma sostenere la necessità di aiutare con finanziamenti pubblici chi coltiva la tesi che l’omosessualità sia curabile, significa sostenere una posizione inaccettabile e pericolosa”.

 

Duro anche il commento di Andrea Benedino, portavoce per il Piemonte di Equality Italia, la rete nazionale per i diritti civili: “Le incredibili posizioni dell’Arcidiocesi di Torino sulla cura dell’omosessualità sono la dimostrazione involontaria della necessità della legge”. La deputata del PD Anna Paola Concia chiede invece di “poter incontrare il Vescovo insieme alle associazioni lgbt”.

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