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Lavoro

Problemi per la partenza del Servizio Civile Garanzia Giovani in Piemonte

Redazione Quotidiano Piemontese

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103_logo-servizio-civileLunedì 16 marzo era la data ufficiale di inizio della prima esperienza piemontese di Servizio Civile targato Garanzia Giovani. “Da bando sarebbero dovuti partire 329 volontari, ma così non sarà” è quanto denuncia in comunicato la Rappresentanza Nazionale Volontari Servizio Civile delegazione Piemonte. “La partenza dei progetti proposti da enti pubblici, o con capofila un ente pubblico, è rinviata a data da definirsi. Oltre a ciò – si legge ancora nella nota – si assiste a clamorosi “stop in partenza” di alcuni volontari idonei selezionati, con conseguente stupore e rabbia dei rappresentanti degli enti e di alcuni degli sfortunati esclusi”.

Nel resto del resto della nora la Delegazione ripercorre le tappe che hanno portato a questa situazione sottolineando la “nebulosità del sistema”

Cerchiamo di capire: quest’ultimi hanno presentato la domanda di servizio civile, in virtù della loro particolare condizione di neet (giovani non iscritti a scuola né all’università, che non lavorano e che nemmeno seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale) e, sino ad oggi, hanno mantenuto la loro condizione.

Pare che essi siano stati esclusi, a pochissimi giorni dall’avvio del progetto, tutti per vizi di forma. Non è ancora dato a sapersi se ciò sia stato generato da un problema insito nel sistema informatico che gestisce Garanzia Giovani, o se sia dovuto ad un’errata informazione iniziale da parte degli enti o di altri soggetti inclusi nella procedura di selezione. In ogni caso, è nostro dovere segnalare questa situazione affinché si possa far luce sui malfunzionamenti e vi si ponga rimedio al più presto.

La ricerca di una soluzione si fa ancora più urgente se consideriamo la mancanza di dolo da parte dei ragazzi. Ci risulta che la stessa Regione Piemonte, dopo un’accurata verifica fatta di concerto coi Centri Per l’Impiego, abbia rilevato che una parte dei giovani sono stati esclusi per errori non imputabili a loro, ossia per una “mancata registrazione al portale Garanzia Giovani”, quando invece la registrazione era avvenuta. Alla luce di questo, l’ufficio regionale competente ha proceduto ad inoltrare una lettera al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, evidenziando le criticità emerse in sede di utilizzo della procedura informatica di registrazione al portale PON IOG. Al proposito, è stato chiesto di verificare nuovamente la situazione di questi giovani e di considerare valida la loro registrazione.

A seguito delle ricostruzioni fatte, pare che il vizio di forma consista in una mancato perfezionamento del proprio profilo sul portale Garanzia Giovani. Cosa significa? Una volta effettuata la registrazione al portale, i ragazzi ricevevano una prima e-mail in cui veniva richiesta la “conferma registrazione”. A questa azione seguiva una seconda e-mail di “conferma registrazione al servizio Garanzia Giovani” con indicazione che “l’account era attivo”. In realtà solo procedendo poi con un nuovo accesso, in cui venivano modificate le credenziali personali, il sistema riteneva completa l’adesione, ma l’informazione su questo passaggio non è mai stata chiara, né comunicata con altra mail.

Escludere una ragazza o un ragazzo per una mancata spunta, o per questioni procedurali che non dipendono in nessun modo da lui o da lei, significa tagliare le gambe alle sue motivazioni, alla sua possibilità di mettersi al servizio della comunità, al suo desiderio di partecipare. Ma soprattutto, in questo modo, si alimenta la sfiducia nelle istituzioni, che appaiono rinchiuse in un labirinto di iter burocratici, e al contempo nell’istituto del Servizio Civile, che ne esce svilito.
Non ci sembra corretto promettere ai giovani più ampie opportunità di partecipazione al Servizio Civile tramite la misura Garanzia Giovani, per poi respingerli per errori di sistema, sui quali sono del tutto impotenti e privi di responsabilità.

In questo scenario, Garanzia Giovani, nato come strumento per la lotta alla disoccupazione giovanile, non sta raggiungendo l’obiettivo per il quale è stato creato. E’ in questo modo che si sta garantendo ai giovani un futuro lontano dalla disoccupazione? Intrappolandoli in un rimbalzo di responsabilità e in un enigma sul funzionamento di un portale?

Noi delegati pensiamo che reali possibilità di accesso ad un futuro passino attraverso la chiarezza e non si debbano sgretolare dinanzi ad errori meramente formali. Per questo, chiediamo alle istituzioni preposte delle risposte chiare e non fumose. Invitiamo inoltre tutti i ragazzi esclusi a contattarci: cercheremo insieme di segnalare il problema a chi di dovere, sperando che venga risolto il prima possibile, facendo sì che le loro motivazioni abbiano la meglio sui vizi di forma.