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Studio Molinette: “Il buon esito del trapianto del fegato dipende anche dal dna”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il dna concorre al buon esito del trapianto di fegato: i pazienti affetti da epatite Hcv con certe caratteristiche genetiche hanno un maggior rischio fallimento.  E’ quanto afferma uno studio condotto dal Centro di Trapianti di Fegato universitario dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, diretto da Mauro Salizzoni. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista internazionale “Transplant International” e  analizza l’esito di circa mille trapianti di fegato, seguiti per un periodo di almeno 10 anni.

Secondo lo studio il  40 per cento è rappresentato da pazienti affetti da cirrosi dovuta all’infezione del virus C dell’epatite (Hcv). Per loro l’esito del trapianto è meno buono e soprattutto per un sottogruppo di questi pazienti. E’la combinazione di due varianti genetiche che facilita la reinfezione e la perdita precoce del trapianto.

Il Centro di Trapianti di Fegato dell’ospedale Molinette dal  1990 ha effettuato 2837 i trapianti, con una probabilità di successo a 5 anni pari all’80 per cento.

 

 

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