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Piemonte

Ricostruzione del seno: un intervento rivoluzionario per l’Italia, la prima volta a Torino

Redazione Quotidiano Piemontese

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Un matrice dermica derivata da umano utilizzata per la ricostruzione del seno dopo un tumore. Ad utilizzarla, per la prima volta in Italia dopo anni di ricerca e di sperimentazione è stata la Città della Salute di Torino. Grazie a questo rivoluzionario protocollo di studio tutto italiano – spiegano gli esperti della struttura – è possibile utilizzare matrici dermiche umane acellulari (pezzi di derma privati della componente cellulare e di altri elementi in grado di provocare una reazione di rigetto), che permettono di completare il percorso ricostruttivo protesico più velocemente, con una minore traumaticità e con un miglior risultato estetico finale.

La matrice dermica umana, dopo il completamento dell’iter sperimentale e l’approvazione da parte del Comitato etico aziendale, è stata utilizzata per la prima volta per la ricostruzione protesica su una paziente sottoposta a mastectomia per un tumore mammario pochi giorni fa. Si tratta della prima applicazione clinica su persona di questo prodotto.

“Rientrato dalla mia esperienza negli Usa, il mio obiettivo primario è stato applicare le matrici dermiche umane nel contesto della ricostruzione mammaria post-oncologica, ma esse non esistevano in Italia – racconta Pietro Maria Ferrando, Chirurgia plastica e ricostruttiva della Città della Salute di Torino – con queste premesse, insieme a Paolo Bogetti della Clinica Universitaria, Maurizio Stella e Carlotta Castagnoli della Banca della Cute della Città della Salute abbiamo elaborato un protocollo di studio innovativo che ha portato allo sviluppo di una matrice dermica umana da donatore caratterizzata, rispetto alla cute utilizzata per i pazienti grandi ustionati, dalla capacità di essere ripopolata dalle cellule del paziente in cui viene impiantata e quindi di riprodursi e rigenerare un tessuto vitale dove prima non esisteva”.

“Nell’ideare queste nuove matrici dermiche umane – aggiunge Ferrando – abbiamo cercato di migliorare le performance biomeccaniche e di integrazione tissutale così da eliminare alcune delle complicanze che possono derivare dall’utilizzo delle matrici dermiche di origine animale. Inoltre, l’origine da donatore permette di crearle ‘su misura’, ovvero di forma e dimensione specifiche per le singole pazienti, oltre ad un consistente risparmio sui costi d’intervento”.

La validazione di questo nuovo prodotto – concludono gli esperti – permetterà il suo impiego anche in altri ambiti clinici come, ad esempio, nella ricostruzione della parete addominale dopo laparocele, nella cura delle ulcere cutanee e nella chirurgia ortopedica ed urologica.

 

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