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Piemonte

Rai in Piemonte, doppia sfida: salvare il Centro di produzione e… renderla visibile a tutti

Redazione Quotidiano Piemontese

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Sono stati numerosi, negli ultimi giorni, gli interventi delle forze politiche – dal Pd, all’Udc e al Movimento 5 stelle – per sollecitare soluzioni a due gravi problemi che affliggono la Rai in Piemonte: il primo riguarda i continui e dilaganti disservizi per quello che riguarda la ricezione in vaste aree della Regione, dopo il passaggio al digitale terrestre; nel secondo caso si parla del continuo depauperamento del Centro di produzione di Torino.Partiamo da quest’ultimo punto. “Nei prossimi giorni presenteremo una mozione parlamentare sul futuro del centro di produzione Rai di Torino. Chiediamo al presidente Cota di sostenere questa iniziativa parlamentare e di impegnarsi per impedire il progressivo svuotamento produttivo del centro di produzione a favore di Milano. Vogliamo vedere se tutti sono disposti ad assumersi precisi impegni. La Regione Piemonte ha strumenti politici e finanziari per intervenire e Cota deve dimostrare che Torino non è diventata una nuova Provincia di Milano. Non ci basta la solita parola buona che Cota non nega mai a nessuno: ci interessa il suo intervento e la prova che per lui gli interessi di Torino prevalgono su quelli di Milano e sulle logiche padane”: così hanno dichiarato questa mattina i parlamentari del Pd, Stefano Esposito e Giorgio Merlo, in occasione di una conferenza stampa sul futuro del Centro di produzione della Rai a cui hanno partecipato anche il deputato Teresio Delfino (Udc), Aldo Reschigna (capogruppo Pd in Consiglio regionale) ed Enzo Lavolta (presidente della Commissione Lavoro al Comune di Torino).

“A confermare la gravità della situazione è anche la vicenda dei ‘Vespri siciliani’ – spiegano Esposito e Merlo – uno degli eventi culturali più importanti delle celebrazioni dei 150 anni – che vedrà la presenza del Presidente Napolitano il 18 marzo – e che sarà ripreso e trasmesso non dal centro Rai di Torino ma da quello di Milano. E’ il momento di scelte politicamente nette. Ci sono macigni che se non rimossi rischiano di azzerare la presenza della Rai a Torino, ovvero gli investimenti per l’innovazione tecnologica, le commesse, le risorse. Senza queste condizioni l’epilogo è scontato e il centro Rai di Torino non potrà che continuare a indebolirsi diventando una realtà di serie B”.

A proposito dei disservizi, nei giorni scorsi era intervenuto anche il Movimento 5 Stelle, con il consigliere regionale Davide Bono: “Riteniamo assurdo pretendere di far pagare il canone per un servizio non fruibile. Dal punto di vista della comunicazione politica è assurdo pensare che a Novara, Vercelli, Verbania, Alessandria si veda il TgR della Lombardia e non quello piemontese: a meno che sia un preciso calcolo di lombardizzazione politica su base leghista. Ciò non giova certo alla già bistrattata pluralità di informazione, soprattutto per i piccoli movimenti e partiti politici che non sono presenti a livello nazionale. Proprio per questo abbiamo mandato una lettera al Corecom e solleciteremo il Tavolo interistituzionale con la Giunta ad adoperarsi all’uopo presso la Rai”.

I deputati Esposito e Merlo (Pd) si sono impegnati a presentare “una mozione in Parlamento con tutti i parlamentari piemontesi dei vari schieramenti, per far sì che la Rai in Piemonte ritorni ad essere vista da tutti i cittadini che pagano regolarmente il canone. Del resto, il passaggio al digitale in Piemonte ha creato disagi e disservizi gravi e non più tollerabili e che vanno eliminati al più presto. E’ indispensabile l’intervento immediato del Ministero dello Sviluppo Economico attraverso i suoi organismi competenti per risolvere un problema – sostanzialmente legato alle frequenze – che vede decine di migliaia di cittadini piemontesi pagare una tassa, quella sul canone appunto, senza riceverne un concreto beneficio”.

 

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