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Ambiente

Stazione Futuro, guida pratica all’Italia che verrà

Davide Mazzocco

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Quando, fra qualche anno, andremo a comprare una poltrona invece di darci la garanzia ci daranno un file con il quale potremo farcene stampare una nuova in caso di danneggiamento. Come? Ma con le stampanti tridimensionali naturalmente! I frigoriferi della casa domotica, una volta monitorata la dispensa, ci indicheranno sul cellulare quali cibi acquistare prima di tornare a casa. E invece di curare le malattie con la farmaceutica le preverremo con la nutriceutica. Fantascienza? Per niente. Negli stand di Stazione Futuro – la mostra ospitata alle Ogr di corso Castelfidardo 22 – l’avvenire è più vicino di quanto possa sembrare. L’esposizione curata dal direttore del mensile Wired Riccardo Luna è un interessantissimo viaggio nelle scoperte e nelle innovazioni che cambieranno la nostra vita nei prossimi anni. I dodici cubi tematici contengono prototipi che attualmente sono progetti ma che nel 2020 diverranno realtà.

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Quando le autostrade di Internet viaggeranno a una velocità di cento volte superiore ad ora si potranno effettuare visite mediche a distanza: non semplici chiamate Skype ma vere e proprie diagnosi grazie all’Ultra Broadband. Anche il mondo dell’abbigliamento vivrà una rivoluzione copernicana. In futuro potremo veramente dire di esserci rifatti il guardaroba… Sfruttando le nanotecnologie, infatti, avremo camicie in tessuto ceramizzato che saranno in grado di lavarsi grazie alla semplice esposizione al sole, magliette in grado di monitorare i dati cardiografici e respiratori e t-shirt capaci – attraverso il cellulare – di restituirci l’abbraccio di un nostro caro a distanza di migliaia di chilometri. Anche la medicina farà passi da gigante. Attraverso un’avveniristica coltivazione delle cellule e speciali stampanti 3D potremo ordinare parti della nostra pelle o addirittura organi come il fegato. Grazie al casco elettro-encefalografico Dream Brain ideato da alcuni studenti torinesi sarà possibile comunicare con le persone affette da malattie degenerative dell’encefalo. In Emilia il progetto Tem Plant sta invece ideando un sistema per ricostruire le ossa con biomateriali quali il legno al posto dei metalli.

Per quanto riguarda l’alimentazione la novità più importante dovrebbe essere rappresentata dalla tracciatura degli alimenti con l’utilizzo nella filiera dal campo alla tavola di biosensori in grado di individuare la formazione di eventuali batteri o alterazioni. E quanto alla buona cucina pare che in futuro i buongustai dovranno fare i conti con secondi piatti a base di insetti, facili da trovare ed estremamente proteici: “Francamente – spiega il curatore della mostra – con tutta la passione che ho per il futuro e le novità non ce l’ho proprio fatta ad assaggiarli”. L’architettura cambierà radicalmente approccio con case pensate per utilizzare al meglio l’energia solare. Si tratterà di edifici totalmente autonomi, anzi, addirittura in grado di fornire un credito energetico grazie ai pannelli solari. Le automobili viaggeranno a idrogeno o a energia solare, saranno piccole, ecologiche e intelligenti. I treni ad alta velocità di oggi saranno delle vere e proprie lumache se paragonati ai treni siluro da 1.000 km/h già in fase di progettazione. Anche il mondo del lavoro diventerà più fluttuante: “I canali tradizionali dell’invio del curriculum non esisteranno più, ognuno di noi dovrà inventarsi il proprio lavoro”. E nel mercato dell’artigianato e della manifattura irromperanno le stampanti in 3D. I negozi non avranno magazzini e giacenze ma stampanti tridimensionali che creeranno il prodotto su richiesta. Quando saremo troppo stretti colonizzeremo la luna coltivando frutta e verdura in speciali serre. E il giornalismo? Sarà on line, naturalmente. Noi di Quotidiano Piemontese siamo pronti a scommetterci.


 

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