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Dopo oltre un anno Cota inizia ad occuparsi delle liste di attesa in sanità. E scopre l’acqua calda

Redazione Quotidiano Piemontese

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In linea con i tempi lunghi delle liste d’attesa, l’amministrazione Cota ci ha messo un anno per occuparsi dei ritardi della sanità. Meglio tardi che mai. I primi risultati arriveranno a fine anno, come dire quasi a metà del suo mandato di Governatore del Piemonte. Con la dovuta calma. Infatti, si tranquillizzino i piemontesi, non è tempo di soluzioni ma per ora solo di ricette. Vediamo quali.

Il piano d’intervento presentato stamattina – casualmente a quattro giorni dal voto amministrativo – da Roberto Cota e dall’assessore alla Sanità, Caterina Ferrero, si sviluppa in cinque le linee d’intervento.

Primo, il recall, ovvero una telefonata che ricorda al paziente: domani hai l’esame. Una misura che dovrebbe far recuperare circa 800mila prestazioni in tutto il Piemonte, il 6% dei 13 milioni di prenotazioni.

Secondo, l’accesso diretto alle prestazioni senza l’obbligo di prenotazione: radiologia tradizionale, elettrocardiogramma, analisi di laboratorio.

Terzo, il Cup integrato, ovvero l’aumento delle disponibilità grazie al mix dell’offerta pubblica con quella privata.

Quarto – e qui la faccenda si complica – il sistema RAO, acronimo che sta per  raggruppamenti di attesa omogenei: in pratica è un protocollo che stabilisce i tempi di attesa ‘giusti’ per ogni problema. Per usare le parole della Ferrero “una visita cardiologica, dovuta a un dolore non acuto al torace insorto di recente e di sospetta origine cardiaca, deve essere garantita entro 48 ore dalla richiesta, una visita urologica, in presenza di disturbi dovuti a incontinenza urinaria, entro 30 giorni”. Così i medici sanno chi deve passare prima, come se già non lo sapessero.

Quinto, dulcis in fundo, “l’aumento dell’offerta di prestazioni che sono maggiormente oggetto di richiesta da parte dei medici e che presentano lunghi tempi d’attesa”, per citare letteralmente i promotori.

Eureka! Quindi, tolte le colpe dei pazienti e di quei pasticcioni dei dottori – tutte cose che hanno un peso, peccato venissero negate quando ne parlavano altri – basta aumentare l’offerta di prestazioni (resta da vedere con quali fondi) per ridurre le liste di attesa (che però non vengono quantificate). E ci hanno messo più di un anno per pensarci.

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