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L’ordine del governo: il Piemonte deve introdurre i ticket sanitari. Cota: “Faremo il possibile”

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La Regione Piemonte dovrà introdurre i ticket sanitari previsti dalla manovra finanziaria. L'”ordine” viene direttamente da Roma, dal governo targato Pdl-Lega. A confermarlo mercoledì a Roma il ministro della Salute Ferruccio Fazio, dopo un incontro con gli assessori alla Sanità di tutte le regioni. “Non ci fa piacere, ma non possiamo fare diversamente”, ha detto l’assessore al Bilancio Giovanna Quaglia, presente in rappresentanza del Piemonte al posto dello stesso Cota (assessore ad interim dopo lo scandalo sanità).

Fazio ha spiegato che ogni regione avrà libertà di decisione sull’introduzione dei ticket, ma dovrà accollarsi le conseguenze economiche della scelta fatta. Il problema sorge quando ci sono regioni – come il Piemonte – che stanno effettuando un piano di rientro dal deficit sanitario: in quel caso, ha sottolineato il ministro, “non potranno non introdurre i ticket”.

I NUMERI. In Piemonte sono circa 23 milioni gli esami diagnostici che sarebbero sottoposti alla minitassa da dieci euro. Di questi però circa 16 milioni fanno riferimento a pazienti comunque esenti – per vari motivi – dal pagamento; ne restano comunque 7,3 milioni che porterebbero annualmente nelle casse della Regione 73 milioni di euro. “Faremo il possibile”, ha detto ieri, un po’ enigmaticamente, il governatore leghista.

LE CRITICHE DELLA CGIL. “In altre regioni si è fatto in modo di non penalizzare pensionati e lavoratori: registriamo con rammarico che il Piemonte non ha voluto intraprendere questa strada”. La Cgil si dichiara ancora una volta “nettamente contraria” all’introduzione di nuovi ticket sottolineando che “la crisi la pagheranno ancora una volta i pensionati e i lavoratori”.

 

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