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Cuneo

Parte l’Iron Bike, il raid di mountain bike più duro al mondo. La fotogallery

Davide Mazzocco

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Parte domani a Limone Piemonte, con il tradizionale prologo in notturna, l’Iron Bike, il raid di mountain bike più duro al mondo. La competizione organizzata dal vulcanico Cesare Giraudo non ha nulla a che vedere con le tradizionali gare fuoristrada innanzitutto per i percorsi e, secondariamente, per il regolamento. I percorsi affrontano alcune delle montagne più alte del Piemonte e impongono agli atleti anche due ore di portage ovverosia di salita con la bici in spalla. Il totem della corsa è il Colle dello Chaberton che verrà affrontato nel corso dell’ultima e decisiva frazione da Sestriere a Sauze d’Oulx. Ma di salite la corsa sarà piena zeppa, con frequenti ascensioni oltre i 2mila metri e dislivelli da capogiro. Per quanto riguarda il regolamento sarà vigente quello classico mutuato dai rally e non dalle corse ciclistiche: prove speciali e trasferimenti all’interno della tappa, penalità e la possibilità di rientrare in gara anche dopo un ritiro di giornata.

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In gara tanti italiani, specialmente torinesi e cuneesi, poi spagnoli, francesi, statunitensi, tutti quanti uniti dal culto della fatica. La principale peculiarità della competizione è l’assoluto dilettantismo dei partecipanti. Quando qualche professionista ha provato a misurarsi in questa gara a tappe i risultati sono stati disastrosi: scommettere sull’Iron Bike vuol dire impostare tutta la stagione sulla gara. E, soprattutto, vuol dire rinunciare a tutte le “coccole” che lo sport professionistico riserva ai suoi protagonisti. All’Iron Bike si dorme in campi base e sono gli stessi atleti (magari dopo dodici ore in sella…) a doversi montare la tenda. Alla sera si mangia tutti insieme e poi si fa un briefing per capire quali saranno le difficoltà della giornata successiva. Dal primo all’ultimo il premio è uno sguardo verso valle: nessuna gara al mondo può contare su simili scenari e arrivare al traguardo è per tutti una grande vittoria.

 

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