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Piemonte

Il leader No Tav: “Tagliare le reti non è violenza”. Centrodestra all’attacco: “Arrestatelo”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Dopo le parole di Alberto Perino, il leader dei No Tav valsusini (“Tagliare le reti non è violenza, così come non lo è tirare le pietre per difendersi dai lacrimogeni”), si è scatenato – come prevedibile – il circo delle dichiarazioni dei politici, a cominciare dalle parole di Massimiliano Motta, consigliere regionale del Pdl: “Alberto Perino e Luca Mercalli devono rispondere delle loro dichiarazioni davanti ad un tribunale. Non è accettabile leggere frasi che sono una chiara istigazione a delinquere, specialmente dopo i fatti romani. Lo Stato deve reagire e tutti dobbiamo far sì che si rispetti il codice penale e ci siano pene certe per i violenti”.

LE PAROLE DI MOTTA. “Tagliare le reti configura il reato di ‘danneggiamento’ – ha sottolineato il politico di centrodestra durante il dibattito tenutosi martedì nell’aula di palazzo Lascaris sui disordini di Roma ed i timori per l’ordine pubblico in Valle di Susa – previsto dall’art. 635 del c.p. e, a mio giudizio, questo atteggiamento rientrerebbe anche tra gli ‘attentati contro l’integrità, l’indipendenza o l’unità dello Stato’, previsto dall’art. 241. Perino e Mercalli in questo senso hanno istigato un certo gruppo di persone a compiere un reato e per questo va punito. Riportare l’ordine in Valle di Susa è una priorità per la quale si è già speso anche il presidente Cota. Togliere i riflettori dei media a questi folli, che ritengono che il lancio di pietre sia una semplice ‘reazione’ e non un reato, è un passo fondamentale. Il prefetto prenda le dovute precauzioni per evitare nuovi disordini e violenze in valle”.

LA PROTESTA DEI POLIZIOTTI. Vietare le manifestazioni di qualsiasi tipo in Valle di Susa per evitare scontri e incidenti: la richiesta arriva anche dai sindacati di polizia che martedì mattina, a Torino, davanti al palazzo della giunta regionale, hanno manifestato contro i continui tagli al settore: “Siamo costretti a effettuare i servizi di ordine pubblico in montagna, in prossimità del cantiere di Chiomonte, ancora con le divise estive perchè non ci sono i soldi per quelle invernali – ha sottolineato Eugenio Bravo, segretario regionale del Siulp -. Ma, al di là di questo aspetto, non si possono costruire servizi del genere quando c’è una guerriglia contro le forze dell’ordine, messa in atto da professionisti della violenza. Le autorità preposte dovrebbero vietare qualsiasi manifestazione sul territorio della Valle di Susa».


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