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Piemonte

Europarlamentari in visita in Val di Susa: “Occorre che l’Ue apra un dibattito sulla Tav”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Venerdì sono finite le visite di una delegazione del Parlamento Europeo in Val di Susa. La delegazione di europarlamentari produrrà nei prossimi giorni una relazione di sintesi da inviare alla Commissione Europea e agli altri eurodeputati. Secondo Gianni Vattimo dell’Idv, “dopo la militarizzazione della Val di Susa avvenuta la scorsa estate siamo riusciti ad aprire un dibattito tra No Tav, esperti e alcuni deputati europei su ciò che sta succedendo nella valle. Una maggiore sensibilizzazione  su questo tema nell’ambito delle istituzioni dell’Unione Europea, che partecipa al progetto attraverso ingenti investimenti finanziari, è assolutamente necessaria”. 

Per Sonia Alfano, sempre dell’Idv :“Oggi la delegazione di deputati del Parlamento Europeo ha certificato l’inesistenza del cantiere di Chiomonte, il cui avvio rappresentava la condizione posta dalla Commissione Europea come essenziale per la partecipazione con fondi comunitari all’opera, che a questo punto non possono e non devono essere erogati. In compenso però è stato creato un vero e proprio avamposto militare che mi ha ricordato ambientazioni quali l’Afghanistan o l’Iraq, piuttosto che la Val di Susa. Basti pensare che attorno al cantiere gira un mezzo blindato bianco che fino a due giorni fa riportava la sigla delle Nazioni Unite, improvvisamente sparita questa mattina. E le foto in nostro possesso possono dimostrarlo”.

Sonia Alfano continua: “I cittadini ci hanno accolto con molto entusiasmo e ci hanno presentato, con dovizia di particolari e di dati, le motivazioni che rendono la Lione-Torino uno sperpero di soldi pubblici oltre che una vera e propria violenza ambientale, sociale e culturale rispetto alla Val di Susa. Significativo l’appello che qualche giorno fa è stato mandato da docenti universitari del settore trasporti al Presidente Monti per chiedere il blocco di quest’opera, a dimostrazione del fatto che il mondo accademico non ci sta. La cosa grave  è che se dal punto di vista No Tav ci sono delle forti argomentazioni, i favorevoli si limitano ad obiettare utilizzando parole prive di contenuto come ‘progresso’, ‘crescita economica’, ‘occupazione’. Se ci sono questi miliardi di euro nelle casse italiane si utilizzino per programmare la manutenzione del sistema ferroviario nazionale o, ancor meglio, per mettere in sicurezza la stragrande maggioranza degli edifici scolastici”.

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