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Economia

Tutti gli impiegati di Mirafiori per la prima volta in cassa integrazione

Redazione Quotidiano Piemontese

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Tutti i 5.400 dipendenti degli Enti Centrali della Fiat di Mirafiori, la maggior parte impiegati, andranno per la prima volta in cassa integrazione ordinaria per sei giorni.  I giorni di cassa integrazione saranno sei: il 14, 15 e 21 giugno, il 12, 13 e 19 luglio. Questi giorni si sommano a quelli già programmati del 22 giugno e del 20 luglio in cui ci sarà la chiusura dello stabilimento utilizzando i permessi personali dei lavoratori. Secondo Edi Lazzi, responsabile V lega Fiom: È una pessima notizia: vuol dire che anche a livello della testa di Fiat ci sono forti problemi. I timori riguardo all’indebolimento dell’azienda e al suo disimpegno dal nostro Paese, dopo questa decisioneincominciano drammaticamente ad assumere una forma concreta. Ci auguriamo che, a fronte di questo ulteriore pesantissimo segnale, la città, le istituzioni e le forze sociali non voltino ancora una volta lo sguardo da altre parti minimizzando ciò che sta accadendo”.

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Tuttavia, il futuro del sito torinese è appeso a un filo da almeno vent’anni. Se nel 1991 il primo stabilimento di Fiat produceva 4.000 automobili al giorno, nel 2011 ne sfornerà circa 250. E a Torino sta prendendo sempre più piede l’ipotesi di una dismissione, anche parziale, dell’impianto più grande del gruppo. Al suo posto, un museo della storia centenaria della casa automobilistica.

I torinesi sanno bene che Fiat sta mutando. Da società sabauda è diventata nazionale, infine globale. La costante ricerca del miglior rapporto costi/benefici, voluta con forza da Marchionne, sta trovando la sua naturale dimensione negli Stati Uniti. Del resto, ciò che Detroit era negli anni Novanta, cioè un enorme carrozzone improduttivo, nei fatti lo è ora Torino. Uno studio dell’Union auto workers (Uaw), il principale sindacato automobilistico statunitense, ha registrato come il costo orario per unità in Italia è compreso fra i 60 e i 70 dollari. Negli Usa, dopo la ristrutturazione dell’industria automotive che si sta concludendo in questi anni, siamo a quota 50 dollari. Difficile quindi pensare che un gruppo globale come Fiat non cerchi la miglior via possibile per il suo core business.

Allo studio c’è da già da qualche anno un diverso uso degli spazi di Mirafiori. L’ipotesi, finora passata sottotraccia tranne che negli ambienti torinesi, è quella di un museo della storia Fiat, sul modello di quelli costruiti da Bmw e Volkswagen in Germania. Una parte dello stabilimento, circa un terzo, sarebbe demolita e le aree cedute al Comune, che provvederebbe a effettuare una riqualificazione urbana del distretto, come fatto per la dorsale Spina, che collega nord e sud della città. La restante area di Mirafiori sarebbe infine destinata a essere luogo di esercizi commerciali. Sebbene siano solamente ipotesi, a Torino continuano a riproporsi sporadicamente. E ultimamente, le voci si sono fatte sempre più frequenti.

Qualcosa, anzi più di qualcosa, è già cambiato. Al posto di una parte dei parcheggi per dipendenti hanno costruito abitazioni, e altre zone sono state cedute al Comune che ha provveduto a dare un altro futuro alle aree ex Fiat. L’esempio è quello della linea tranviaria 4, il cui capolinea è adiacente a Mirafiori. C’è poi il caso del Mirafiori Motor Village, grande complesso situato fra Corso Tazzoli e Corso Orbassano, nell’angolo nord dell’impianto. Creato ufficialmente come polo di attrattiva comprendente lounge, ristoranti, bar, concessionaria, area giochi e merchandising, è nato in realtà sulle ceneri di un’area dismessa e sottoutilizzata.

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