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Cuneo

A cinque anni dalla strage del Molino Cordero si ricordano i morti di Fossano

Redazione Quotidiano Piemontese

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Erano le 14.35 del 16 luglio 2007, quando al Molino Cordero di Fossano, in provincia di Cuneo, esplose un silos di farina, causando la morte di cinque lavoratori: Valerio Anchino, Marino Barale, Antonio Cavicchioli, Massimiliano Manuello, Mario Ricca. Lunedì 16 luglio a Fossano, presso la Chiesa di San Giuseppe,  si è svolto un incontro per ricordare la tragedia. L’evento è stato promosso da Sicurezza e Lavoro, Comune di Fossano, Provincia di Cuneo, Regione Piemonte, Pastorale Sociale e del Lavoro – Diocesi di Cuneo e Fossano, Associazione 16 luglio, Inail, Spresal, Coldiretti, Scuola Edile Cuneo, Acli Cuneo, La Fedeltà. All’incontro, moderato dal direttore della rivista Sicurezza e Lavoro Massimiliano Quirico, sono intervenuti, oltre ai familiari delle vittime , il sindaco di Fossano Francesco Balocco, l’assessore alle Politiche socio-assistenziali e dell’occupazione del Comune di Fossano Maurizio Bergia, l’assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Cuneo Anna Mantini, i consiglieri regionali Mino Taricco e Tullio Ponso, il presidente dell’associazione 16 luglio Paolo Costamagna e don Flavio Luciano della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Cuneo e Fossano, che, al termine del dibattito, ha clebrato una commemorazione religiosa e un momento di preghiera di fronte al monumento alle vittime, nei pressi della Chiesa di San Giuseppe. Per l’occasione, presso la Chiesa di San Giuseppe, è possibile visitare gratuitamente la mostra “L’Italia che muore al lavoro” realizzata da Sicurezza e Lavoro con Regione Piemonte, Inail, Museo nazionale del Cinema e festival CinemAmbiente: testi e fotografie sulle tragedie sul lavoro in Italia, accompagnati dalla proiezione dei filmati “Sicurezza si può”. La mostra contiene anche un pannello dedicato all’esplosione del Molino Cordero.

In  molti hanno ricordato cinque anni dopo le vittime del Molino Cordero.

L’assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Claudia Porchietto ha dichiarato: “Oggi un ricordo non puo’ che andare alle vittime del Molino del Cordero. Un pensiero per non perdere la memoria degli effetti mortali che immancabilmente si legano alla superficialita’ e alla noncuranza umana sui temi della sicurezza del lavoro. Come istituzioni  dobbiamo impegnarci quotidianamente a mantenere alta l’attenzione affinchè il sacrificio di questi lavoratori non sia avvenuto invano. Nell’attuale momento di crisi è facile abdicare alla sicurezza sul lavoro, proprio per tale ragione è importante che lo Stato e gli Enti locali invece vigilino per offrire adeguati standard di sicurezza su qualsiasi posto di lavoro”.

Fabrizio Biolè,  vice-capogruppo regionale del  MoVimento 5 Stelle ha ricordato:  “A 5 anni dalla tragedia ringrazio l’associazione 16 luglio per il toccante e partecipato momento di ricordo, perché le morti bianche,  definizione che ritengo improvvida non devono essere solo evidenziate con grandi numeri  ma facendo memoria sulle singole storie, sulle singole tragedie familiari con nomi e cognomi. Citando il procuratore Guariniello la responsabilità della sicurezza sul lavoro è di tutti e di ognuno. Proprio per questo a più di 40 anni dalla definizione dello statuto dei lavoratori, a chi ha responsabilità istituzionale non si può permettere di smontare i diritti acquisiti con anni di battaglie”.

Il  capogruppo democratico nella commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano ha sottolineato: “Oggi, 16 luglio 2012, è il quinto anniversario dell’esplosione del Molino Cordero di Fossano  che causò la morte di cinque lavoratori: Valerio Anchino, Marino Barale, Antonio Cavicchioli. Massimiliano Manuello, Mario Ricca.  Ancora una volta diciamo con forza che sulla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro non bisogna abbassare la guardia. Soltanto se si afferma la cultura della dignità del lavoro si puo’ svolgere un’efficace attivita’ di prevenzione. Il ricordo di quanti hanno perso la vita porti ognuno ad un rinnovato impegno. Il mio commosso e sentito saluto e la mia solidarietà vanno ai famigliari delle vittime, che mai avranno ripagato il dolore per la perdita dei loro cari”.

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