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Piemonte

Sottoscritto il protocollo d’intesa sulla legalità per i lavori della Torino-Lione

Redazione Quotidiano Piemontese

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E’ stato sottoscritto a Torino il protocollo d’intesa sulla legalità tra Ltf, società responsabile dei lavori della Torino-Lione, Prefettura e sindacati. L’obiettivo del protocollo è prevenire i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata per i lavori Tav del Cunicolo esplorativo della Maddalena a Chiomonte. Il Protocollo, pubblicato sul sito della Prefettura, vuole attuare un controllo penetrante sulle attività al cantiere: affidamento lavori, organizzazione dei cantieri e modalità operative, controlli sulla manodopera, sui flussi finanziari, sui materiali.

Oltre alle verifiche antimafia sono previsti una serie di adempimenti ed obblighi a cura dell’appaltatore e di tutti gli altri operatori per consentire la tracciabilità dei mezzi e delle persone legittimate ad accedere al cantiere, controlli sulla qualità del calcestruzzo e specifiche disposizioni per la definizione della filiera dei pagamenti. Previsto anche il monitoraggio della manodopera e il controllo della sicurezza dei lavoratori, da realizzarsi attraverso un apposito tavolo presso la Prefettura con la partecipazione della Direzione Provinciale del Lavoro e dei sindacati edili.

I commenti dei politici

«La modalità di lotta No Tav – ha spiegato il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta- è diventato un brand per l’antagonismo in tutta Italia». Il timore è legato a possibili radicalizzazioni e al ruolo dei movimenti antagonisti in Valle ma anche nel resto della penisola. «Ormai – rileva Saitta – le bandiere rosse sono state sostituite da quelle con il treno crociato dal Piemonte alla Sicilia ed è ovvio che l’attenzione anche al livello nazionale è alta».

Infine audizione nella specifica Commissione anti-mafia del Comune di Torino, presieduta daRoberto Tricarico, e coadiuvata dal gruppo di lavoro sugli appalti guidato da Marco Grimaldi, dove il commissario Mario Virano ha confermato la volontà di rafforzare il Gruppo interforze (Gitav), che sarà presente in tutte le tappe dell’opera, e l’impegno a escludere il massimo ribasso come unico criterio per l’assegnazione degli appalti: insomma saranno tutte gare economicamente vantaggiose, ha assicurato. Inoltre, come richiesto dall’assemblea cittadina, il commissario si è impegnato ad avanzare alla Dia la richiesta di verificare la limpidezza di ogni aggiudicazione di gare e si è detto disponibile a bloccare l’affidamento di appalti qualora pervenissero informative “anomale” su elementi legati alle ditte aggiudicatarie.

Secondo il Movimento 5 Stelle di Torino, l’infiltrazione sarebbe già in corso. In un dossier di 64 pagine «sono infatti descritti e provati tutti gli elementi che gravano su diverse aziende che lavorano nel cantiere di Chiomonte e sui loro soci, a cominciare dalle famiglie Martina e Lazzaro, già coinvolte nell’inchiesta Minotauro, per venire al Consorzio Valsusa-Piemonte Imprese per lo Sviluppo, presieduto dall’ex parlamentare Ds Luigi Massa, che comprende – oltre alla nuova impresa dei Lazzaro denominata Italcostruzioni – diverse aziende riconducibili a persone già in passato arrestate o condannate in inchieste relative ad appalti per lavori pubblici in Piemonte, come quella in cui furono coinvolti l’allora viceministro Martinat e l’imprenditore Gavio». L’osservazione per cui le gare vinte da queste aziende sono state aggiudicate in Francia, dove non esiste una legislazione antimafia, è fonte di ulteriore preoccupazione. «Ben venga la dichiarazione di intenti contro future infiltrazioni mafiose nei lavori del Tav, ma bisognerebbe prima capire come determinate aziende siano già ora arrivate a lavorare a Chiomonte e agire di conseguenza» dichiarano i consiglieri Vittorio Bertola e Chiara Appendino.

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