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Fassino nega la parentopoli sabauda e affida il caso di Anna Martina a un’indagine interna

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il sindaco di Torino Piero Fassino in un consiglio comunale dedicato alle spese del comune di Torino affidate senza gara d’appalto,  ha annunciato che avvierà un’indagine interna sul tema degli affidamenti diretti decisi da Anna Martina, oggi responsabile dei rapporti internazionali, a favore della Punto Rec Studios una società partecipata dal figlio Marco Barberis.  Fassino ha dichiarato: ”Ho chiesto al direttore generale Cesare Vaciago di approfondire la materia e di verificare l’eventuale sussistenza di responsabilità soggettive e in tal caso di sapere quali provvedimenti debba adottare l’amministrazione. 

E’ tuttavia emerso un profilo di natura soggettivo , stante che il socio della società Punto Rec Studio risulta essere Marco Barberis, figlio della dottoressa Anna Martina firmataria di una determina del 9 agosto 2008 per 6.120 euro e cofirmataria di un altra del 13 ottobre 2009 per 6012 euro. Il codice di comportamento che regola l’attività dei dipendenti pubblici prevede all’articolo sei che il dipendente debba astenersi dal partecipare all’adozione di decisioni o attività che possano coinvolgere interessi propri ovvero di suoi parenti entro il quarto grado”.

Il sindaco Fassino, nel corso della seduta di oggi del consiglio comunale, ha espresso piena fiducia all’assessore Maria Cristina Spinosa: “Siamo grati all’assessore per il lavoro svolto in una materia particolarmente complessa”. E’ stata infatti respinta dal Consiglio comunale la mozione presentata dai consiglieri della Lega Nord che invitava il sindaco a sollevarla dall’incarico.

Il resoconto del dibattito 

Andrea Tronzano (PDL): Da quanto detto dal Sindaco, è certo che esistono lacune evidenti. Il Pdl non vuole entrare nel “gioco al massacro” sulle persone, ma ha interesse a cambiare il sistema. Noi dobbiamo guardare alla legittimità della gestione amministrativa, e su questo faremo da pungolo verso l’amministrazione per capire se esista una filiera di potere che premi alcuni e escluda altri; vogliamo capire quali ditte vengano escluse, se i materiali vengono forniti, se le cifre corrispondano ai valori di mercato. E’ fondamentale inserire nel codice etico la inopportunità per i dirigenti di avere tessere di partito.

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