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Occupata la sede di Equitalia di Verbania dai Casa Pound VCO

Erica Gardella

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Da questa mattina, 11 ottobre, il movimento di destra Casa Pound del VCO sta occupando la sede di Equitalia di Verbania. I militanti del gruppo hanno affisso lo striscione “Oggi vi pignoriamo noi” ed hanno acceso fumogeni ed intonato inni impedendo le regolari attività dell’ente di riscossione statale.  L’occupazione  è un segno di protesta contro in metodi utilizzati da Equitalia per la riscossione crediti, che sono considerati  “a di poco illegali” come spiega Giovanni Ceniti, responsabile del movimento del VCO.

La crociata contro Equitalia da parte di Casa Pound è in atto ormai da tempo: in marzo erano stati allestiti banchetti in piazza per raccogliere firme per una nuova proposta di legge volta a ridimensionare il potere e le attività dell’ istituto di riscossione. Il disegno di legge di CasaPound Italia chiede di impedire all’ ente di riscossione crediti di iscrivere ipoteche su immobili destinati ad abitazione principale per crediti inferiori ad almeno il 30% del valore dell’ immobile stesso, impedire il pignoramento dei beni strumentali dell’ impresa, obbligare Equitalia ad applicare il tasso di interesse legale nella rateazione dei crediti, revocare ad Equitalia di condurre indagini finanziarie e diminuire  la percentuale pagata ad Equitalia sui piccoli crediti riscossi e raddoppiare quella sui grandi crediti.

.La manifestazione di oggi, come spiega Ceniti, riguarda i metodi usati da Equitalia contro gli imprenditori locali, come nell’ ultimo caso che è divenuto famoso per l’intervento del Sindaco Zacchera. Si tratta del caso Dieffe Confezioni, azienda che doveva subire il pignoramento dei macchinari con la conseguente cassa integrazione dei 12 dipendenti per un debito di 300 mila € con l’INPS, nonostante avesse presentato la richiesta e la documentazione per ottenere la rateizzazione del debito, non presa in considerazione per un ritardo dovuto alla burocrazia. Solo l’intervento del primo cittadino ha permesso all’azienda di avere fino al 22 ottobre per ripresentare la richiesta e salvare l’azienda.

Quello che viene chiesto dal movimento di destra è una maggiore tutela della aziende, per permetter loro di continuare a lavorare: come nel caso della Dieffe, il pignoramento è considerato insensato poiché togliendo i macchinari all’azienda non solo si danneggia l’economia locale e più direttamente i dipendenti delle loro famiglie , ma si toglie anche la possibilità di estinguere il debito contratto, interrompendo l’attività. “Oggi protestiamo anche per dimostrare che affidare al privato un cosi importante settore, come quello della riscossione dei crediti, non sia affatto la soluzione”, conclude Ceniti.

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