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Cronaca

Si confessa Gian Piero Amandola il giornalista del Tgr Piemonte autore della discussa frase sui napoletani

Redazione Quotidiano Piemontese

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Si è improvvisamente trovato nel mezzo di un uragano dovuto alla sua frase durante un servizio su Juve – Napoli:  “I napoletani li distinguete dalla puzza. Detto con eleganza”. Ora è stato sospeso dal servizio ed è stata aperta una inchiesta dall”Ordine dei Giornalisti. Linkiesta è riuscito a intervistarlo :

Allora, diciamo la verità, l’ha fatto apposta a dire quella frase.
No. Non l’ho fatto apposta. La mia battuta, “e voi signorilmente li distinguete dalla puzza”, irride ai cori juventini basati sulla volgarità e sul razzismo. La mia era una frase di difesa nei confronti dei napoletani che si sentono giustamente offesi dai cori.

Strano, perché nessuno ha pensato a quest’interpretazione, né tra i tifosi né tra i giornalisti…
Sono stupito che i media abbiano voluto generare l’equivoco e creare un caso: è un esempio di pessimo giornalismo su cui dovremmo tutti riflettere.

Insomma lei sarebbe una vittima?
Mi preoccupa questa reazione al mio servizio, molto. Lo sai che ho ricevuto tante lettere di solidarietà?

Addirittura?
Sì, lettere in cui si dice che si tratta di una forma volgare di ricerca della notizia e dell’effetto speciale.

Torniamo al servizio, com’è nata l’idea della puzza?
È nata perché tutti i cori che venivano cantati fuori allo stadio erano costantemente su quello. Ho sentito il dovere di intervenire a favore delle vittime di quei cori.

Beh forse il servizio era eccessivamente contro i napoletani.
Non so se sono più pesanti gli accenni contro i napoletani. L’ho fatto solo per dare l’idea che quello era il clima attorno allo stadio.

Nemmeno i colleghi del Tg Piemonte l’hanno difesa.
Ho letto di sfuggita il comunicato del Cdr (rappresentnaza sindacale, ndr). Mi hanno chiamato prima di farlo, sia chiaro. Non è stata ripresa completamente l’idea dell’equivoco che è all’origine di tutta questa storia, però. Io non sono razzista, non ho avuto in passato il benché minimo contatto con il razzismo. La colpa è della fretta perché quella battuta avrebbe potuto saltare se avessimo avuto più tempo perrenderci conto dell’equivoco che poteva crearsi. A me la battuta sembrava sufficientemente controllata, non c’era nulla di volgare, anzi, c’era una presa in giro della volgarità.

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