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Ambiente

Legambiente: inquinamento in città a livelli rischiosi. Pericolo polveri a Torino e Alessandria ma anche al sud Italia

Redazione Quotidiano Piemontese

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inquinamento polveriAnno nuovo, vecchi problemi, così esordisce Legambiente che ha realizzato l’indagine per la verifica dell’inquinamento in Italia e i dati sono allarmanti. PM10, PM2,5, ossidi di azoto, ozono e decibel fuori controllo. Si, perché non si parla solo di inquinamento dovuto a polveri, ma anche di quello acustico che, insieme minano salute e sicurezza dei cittadini. Alessandria, Frosinone, Cremona e Torino guidano la classifica delle polveri in città. La pianura padana si conferma zona critica con 18 città tra le prime 20 posizioni, ma smog e rumore colpiscono tutto il Belpaese.Il 2013 è stato denominato “anno europeo dell’aria”. Nel nostro caso però, “anno europeo dello smog” sarebbe stato forse più realistico e appropriato viste le performance delle città italiane in termini di inquinamento atmosferico. L’anno scorso, in tutti i principali centri urbani sono stati superati i livelli di polveri fini (PM10). 51 le città, tra le 95 monitorate da Legambiente nell’ambito della classifica “PM10 ti tengo d’occhio”, che hanno superato il bonus di 35 giorni durante i quali il valore medio giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo stabilito dalla legge, è andato alle stelle. Alessandria, Frosinone, Cremona e Torino sono le prime classificate, rispettivamente con 123, 120 e 118 giorni di superamento (del resto per l’Economist Torino è addirittura tra le prime dieci al mondo). Tra le prime dieci città anche Milano, con 106 giorni di superamento.

In generale è l’area della pianura padana a confermarsi come la zona più critica con 18 città tra le prime 20 posizioni. Ma non è solo il nord a soffrire di elevati livelli di inquinamento. Al ventesimo posto troviamo Napoli con 85 giorni di superamento e a seguire Cagliari (64), Pescara (62), Ancona (61), Roma (57) e Palermo (55).

Valori del PM2.5 fuori norma nel 50% delle città. Al primo posto ancora una volta le aree urbane dell’area padana: Torino, Padova e Milano con un valore medio annuo compreso tra 35 e 33 microgrammi/metro cubo. Tra gli altri inquinanti fanno capolino gli ossidi di azoto, che in 24 delle 83 città monitorate hanno superato la concentrazione media annua di 40 microgrammi/metro cubo stabilita dalla legge. Firenze, Torino, Milano e Roma sono ai primi posti della classifica. Infine, a caratterizzare i mesi estivi, troviamo l’ozono che risulta elevato in 44 delle 78 città, sempre monitorate da Legambiente nel rapporto Ecosistema Urbano. Anche in questo caso ai primi posti le città del nord Italia: Mantova (130 giorni di superamento della soglia stabilita dalla legge), Lecco (94), Bergamo (90), Reggio Emilia (89) e Parma (85).

Il 2012 si chiude con una conferma sugli elevati livelli di inquinamento atmosferico che respiriamo nelle città italiane e lo smog è destinato a caratterizzare anche l’anno appena cominciato – dichiara Rossella Muroni, direttrice generale Legambiente – E a chiedere all’Italia misure risolutive per ridurre l’inquinamento atmosferico a fine anno è stata pure l’Europa con una sentenza della Corte di giustizia nei confronti del nostro Paese. Evidentemente, il problema dell’inquinamento e delle città invase dal traffico non può più essere affrontato in maniera parziale e limitata”.  

Le cause? processi industriali e di produzione di energia, traffico veicolare, riscaldamenti, sono le principali fonti di emissione di polveri fini, ossidi di azoto, dei precursori dell’ozono o di altri inquinanti come gli idrocarburi policiclici aromatici o il monossido di carbonio e del rumore. Questi sono quindi i settori su cui bisogna intervenire.

Le possibili soluzioni? Siti produttivi e centrali elettriche, politiche di efficienza energetica degli edifici, diffusione di fonti rinnovabili e pulite per la produzione di energia e per il riscaldamento delle nostre abitazioni e una nuova mobilità incentrata sul trasporto pubblico locale e su quello ferroviario, dirottando i 400 milioni di euro regalati ogni anno all’autotrasporto, sul ferro e sulla mobilità collettiva.

Quello che serve, ancor prima dei singoli provvedimenti – continua Muroni – è una capacità politica di pensare e di immaginare un modo nuovo di usare il territorio, un altro tipo di mobilità a basso tasso di motorizzazione e con alti livelli di efficienza e soddisfazione, spazi pubblici più sicuri, più silenziosi, più salutari, più efficienti, dove si creino le condizioni per favorire le relazioni sociali, il senso del quartiere, della comunità. Provvedimenti immediati, come la riduzione della velocità a 30 chilometri orari in ambito urbano o la creazione di aree car free nei pressi delle scuole, permetterebbero un rapido miglioramento della situazione e predisporrebbero a nuovi e più strutturali interventi, come la progettazione di un piano di rete ciclabile portante, la ridefinizione degli spazi urbani, la diffusione all’interno delle aree urbane del meccanismo del road pricing e del park pricing, fino alla riduzione del parco auto circolante”.

Si parla anche di elevati livelli di rumore nelle città. Uno studio commissionato dal Ministero dell’Ambiente olandese all’istituto di ricerca indipendente Tno, mette in risalto che l’inquinamento acustico, prodotto dal traffico, causa danni al 44% della popolazione Ue e costa 326 miliardi alla sanità comunitaria. I danni provocati vanno dall’aumento della pressione fino ai problemi cardiaci, dall’ipertensione all’insonnia. L’inquinamento acustico nelle più grandi città d’Europa è monitorato dall’agenzia europea per l’ambiente.

In Europa, secondo i dati della piattaforma, le località più rumorose sono l’area industriale della Westfalia (in Germania) e l’area di Manchester (in Gran Bretagna). In Italia invece, le città più rumorose sono Bari, Napoli, Roma, Bologna, Genova e Torino. Anche i controlli effettuati nei mesi di febbraio e marzo 2012 dal Treno verde di Legambiente, confermano gli elevati livelli di rumore nelle città italiane. In ognuna delle otto città (Potenza, Napoli, Roma, Grosseto, Milano, Venezia e Ancona) visitate dal convoglio ambientalista sono stati registrati decibel oltre la norma di legge, sia di giorno che di notte. I decibel più alti sono stati riportati a Roma, Milano, Genova e Napoli.

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