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Cronaca

La morte di Deeqa Aden Gures Dego: una morte scomoda che aspetta di conoscere i suoi responsabili

Redazione Quotidiano Piemontese

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Sono passati più di quattro mesi dalla morte di Deeqa Dego Aden Gures, la donna avvocato somalo di 40 anni presidente dell’associazione italo somala Sahan. Sul blog di Massimo Alberizzi, giornalista del Corriere esperto di cose d’Africa, è comparso un post in cui si parla della vicenda in maniera dettagliata.

L’avvocato italo-somalo, volontaria per la difesa dei diritti dei rifugiati, presidente dell’Associazione IS.SAHAN, leader della Diaspora Somala di Torino e del Piemonte, personaggio scomodo e rispettato da tutti, è morta il 2 ottobre 2012 sul Ponte della Gran Madre a Torino, in circostanze mai chiarite.

L’inchiesta della Procura languisce stancamente e potrebbe chiudersi con un nulla di fatto, nonostante le centinaia di testimonianze raccolte, una dinamica dell’incidente non credibile, il mancato approfondimento degli elementi probanti che esistono. Perché a Torino dal 2 ottobre si respira il clima soffocante dell’omertà? Perché un silenzio stampa non dichiarato ha chiuso tutte le possibilità della società civile di esprimere la propria preoccupazione per questa morte terribile che non riesce a ricevere la giustizia che merita?

Perché dal 2 ottobre a Torino anche i giornali attendono notizie anziché cercarle e gli inquirenti non si muovono come la gravità del caso richiederebbe?

E se non bastasse l’articolo descrive in maniera esplicita notizie e assenze di notizie sul caso.
Forse qualcuno sta nascondendo qualcosa ?

Deeqa era stata minacciata più di una volta nell’ultimo mese della sua vita. Alla fine di settembre era spaventata e molto preoccupata. Il 2 ottobre viene uccisa in pieno centro, nel pieno quartiere della Movida di Torino. Un’inchiesta molto approfondita, rivela decine di testimoni (taxi, passanti, il caffè dove ha passato la serata, altre persone che in San Salvario l’hanno vista), uno sviluppo del suo percorso notturno molto sospetto (perché si reca due volte con un taxi in Piazza Vittorio Veneto che non era nel modo più assoluto una sua frequentazione abituale?), molte riprese delle telecamere di sicurezza sui luoghi del delitto, un grande numero di telefonate ricevute quella sera, fatti contradditori e sospetti, che aprono domande.

A tutt’oggi nessun approfondimento d’inchiesta è stato fatto. Il fascicolo giace in qualche armadio della procura. I giornali di Torino non ne danno più notizia dal 9 ottobre. E’ stata dimenticata? Oppure si è deciso di oscurare questa vicenda scomoda?

Qualcuno ha scritto sul suo blog su Facebook “è una vergogna per la Città dei grattacieli di Renzo Piano e di Fuksas in costruzione, per la Città medaglia d’oro della Resistenza, per la Città delle Olimpiadi…”

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