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Il Comitato Evangelico diffida la Regione dallo smantellare l’ospedale Valdese

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ospedale-valdese-TorinoIl Comitato Evangelico non ci sta e passa alle maniere forti: l’ospedale Valdese non va chiuso! E non si tratta solo di un tentativo di salvare posti di lavoro o un servizio eccellente per i cittadini, il Comitato sciorina numeri ed invia una diffida ufficiale al presidente della Regione, Roberto Cota, al neoassessore alla Sanità, Ugo Cavallera, e al direttore generale dell’Asl To1, Giovanna Briccarello. Nella diffida si intima di annullare d’ufficio o revocare tutti i provvedimenti finora assunti al Valdese entro trenta giorni. Come mai una presa di posizione così dura? Presto detto. Il Comitato Evangelico nasce nel 1996 con l’obiettivo preciso di aiutare economicamente l’ospedale nella sua ristrutturazione e crescita. In due anni raccoglie da fondazioni e privati cittadini un miliardo e trecento milioni di vecchie lire e riesce ad inaugurare il nuovo reparto di chirurgia. Nel 2002 la cifra raccolta ha superato gli otto miliardi (sempre in lire) e si inaugurano le nuove sale operatorie, aumentano i letti e si apre il centro diagnostico ed ambulatoriale che in quel momento è il più avanzato della regione.

Dopo tutti questi sforzi è quindi inaccettabile per il Comitato smantellare tutto anche perchè, e qui sta probabilmente il punto principale, nel 2005 il Valdese passa in mano alla Regione al costo simbolico di un euro (esatto, avete letto bene: un euro). Ingiusto quindi anche dal punto di vista morale che ora la Regione smantelli tutto solo per fare cassa.
Nella diffida questo punto è molto chiaro e l’accusa è che  si profili una violazione evidente degli accordi.

Il protocollo prevedeva espressamente che il patrimonio di esperienza professionale e umana maturato nel corso del tempo, durante la gestione dei due presìdi da parte dei gli enti valdesi, venisse mantenuto e valorizzato.

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