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Economia

Il Piemonte è ancora regione appettita dagli investitori esteri

Redazione Quotidiano Piemontese

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soldi52 imprese a partecipazione estera, 70 mila dipendenti, 26,5 miliardi di fatturato: è questo il panorama degli investimenti esteri in provincia di Torino. Nonostante chiusure e perdite di addetti, il settore manifatturiero continua a guidare la presenza sul territorio in termini occupazionali. Il terziario è primo per numerosità di imprese. Le imprese manifatturiere a controllo estero con sede in provincia di Torino sono 154, e occupano poco meno di 43mila addetti; rispetto al 2005, si registrano 5 imprese in meno e una perdita di circa 12.500 addetti. Il settore più colpito è l’automotive in cui, componentistica inclusa, si riduce di un terzo l’occupazione complessiva delle imprese a controllo estero, scendendo sotto la soglia delle 10mila unità.

Simili riduzioni nel numero di dipendenti si registrano in altri settori collegati a vario titolo all’automotive, come i prodotti in metallo, i prodotti in plastica e la metallurgia. In parziale controtendenza la meccanica strumentale (da 24 a 27 imprese), anche se scende il numero di addetti coinvolti nelle partecipazioni estere (da quasi 9mila a 7.750), e alcuni settori ad elevata intensità tecnologica. Tra questi ultimi si segnala la strumentazione, che registra un raddoppio delle imprese a controllo estero (da 7 a 14).

Se il comparto manifatturiero continua a registrare la maggior presenza delle imprese multinazionali in termini occupazionali, pesando poco meno dei due terzi dei dipendenti totali delle imprese a partecipazione estere, il terziario vince in termini di numerosità delle imprese.

Sono, infatti, 302 su 519 le imprese a controllo estero attive nei settori dei servizi, con un totale di 20.900 addetti. Le sole filiali commerciali rappresentano oltre un quarto del totale (128 imprese, con circa 2.100 dipen­denti). Tra i servizi spicca il comparto dell’Ict, con 36 imprese a partecipazione estera e 8.600 addetti, anche se dal 2005 ad oggi le imprese si sono ridotte di un terzo e i dipendenti sono dimezzati. Presentano invece una certa dinamicità le utilities (30 imprese partecipate nel 2012, con oltre 1.300 dipen­denti) e i servizi tecnici (pro­get­tazione, engineering e ricerca e svilup­po, 33 imprese, con 1.592 dipendenti).

Con riferimento ai paesi di provenienza delle imprese multinazionali, il peso delle statunitensi è sceso al di sotto del 20% del totale (85 imprese controllate con poco più di 12.500 dipendenti), mentre quasi i due terzi delle imprese partecipate provengono dai paesi Ue-27.

In termini occupazionali prevale il Regno Unito (13.400 dipendenti in 34 imprese), mentre le presenze più numerose sono quelle di Fran­cia (109 imprese, con poco meno di 12mila dipendenti) e Germania (87 imprese e quasi 6mila dipendenti).

Si evidenzia l’affacciarsi negli ultimi anni di nuovi paesi investitori, particolarmente dell’area asiatica (India 10 imprese, Cina 5, Emirati Arabi Uniti 3, Israele, Taiwan, Singapore e Hong Kong 2, Malaysia 1), dell’Europa dell’Est (Russia 5 imprese) e del­l’America Latina (Brasile, in questo caso un ritorno). Contemporaneamente, anche nell’am­bito Ue sono cresciute in numero le presenze di ‘nuovi’ paesi investitori, quali la Spagna (38 imprese).

 

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