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Piero Fassino in viaggio a New York: quanto è costata la sua corte viaggiante ?

Redazione Quotidiano Piemontese

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Piero FassinoIl viaggio a New York del sindaco di Torino Piero Fassino ha suscitato l’interesse del consigliere comunale Chiara Appendino che si è chiesta con una interpellanza la rilevanza dei costi di una piccola corte che ha accompagnato Fassino negli Usa, a maggior ragione con le ristrettezze di bilancio del Comune di Torino.  Ma gli ormai  frequenti viaggi del sindaco di Torino Piero potrebbero preludere a delle importanti novità per il suo futuro politico.

Racconta lo Spiffero

Sarebbe bastata forse una telefonata, o una call conference obietterà qualcuno, ma tant’è al Lungo piace viaggiare e tutto questo correre di qua e di là per il globo sarebbe anche il suo segreto per rimanere in forma (sempre secondo quanto racconta ai colleghi italo-yankee). Questa volta, però, c’è chi chiede conto di quest’altro tour a spese del contribuente, peraltro con tanto di immancabile “codazzo” al seguito. E’ la consigliera del Movimento 5 stelle Chiara Appendino, che questa mattina ha protocollato una interpellanza ad hoc sul tema. Anche perché a Fassino non piace spostarsi da solo e ogni volta che fa le valigie, parte della corte si sposta con lui: questa volta è toccato al portavoce Gianni Giovannetti, al Capo di Gabinetto Alessandra Gianfrate, all’assessore all’Istruzione (per andare a parlare di Cultura?) Maria Grazia Pellerino, più alcuni funzionari del servizio Relazioni Internazionali, Turismo Torino, ecc. Una vera e propria spedizione di feluche subalpine pronte a scambiare alcuni quadri con i musei di New York. La Appendino paragona addirittura Fassino al neo duca di Savoia Emanuele Filiberto, che dopo la pace di San Quintino, fu ricevuto da Filippo II dal quale si presentò con una delegazione a tal punto numerosa da suscitare lo scherno dell’Imperatore  “Entri lui con tutto il suo codazzo” si sentì dire. Anche perché, in tempi di crisi, una settimana a New York – dal 30 ottobre al 5 novembre – per una decina di persone non deve essere proprio un viaggetto low cost per le esangui casse comunali.

Questo suo viaggiare compulsivo potrebbe essere un segnale per il suo futuro politico

 Ha ereditato una situazione perlomeno complicata, il Comune di Torino è zeppo di debiti e lui ha una maggioranza zoppicante. Fare il sindaco non è come sedere in Parlamento, i guai, quelli veri, ti raggiungono prima. Gli anni di gavetta e mestiere di partito contano poco, ché gliintrighi politici sono solo una parte della faccenda. L’altra è la gente, che non ha soldi, possiede problemi o banalmente vuol parlare al primo cittadino. E lì non c’è da inventarsi troppe riunioni, il palazzo non puoi blindarlo e, soprattutto, non hai le novemila correnti interne al Pd in cui puoi rannicchiarti mentre additi un collega piddìno a caso, giusto per tentare di gettargli un po’ di responsabilità addosso. Sei in maggioranza, amministri un municipio, ti tocca risolvere il risolvibile e l’irrisolvibile.

Insomma, Piero inizia a essere stanco di lavorare veramente, così ha acciuffato la valigia e gira, per incontri istituzionali e questioni d’affari. Lo Spiffero il suo gironzolare l’ha seguito: “Barcellona, Varsavia, Brasilia, Parigi, Helsinki. E di recente pure in Israele. Ultima meta New York. Ultima, si fa per dire, giacché è in programma nella seconda metà di novembre un intenso tour in Oriente (Pechino e Luoyang in Cina, la capitale Yangon per il Myanmar, Nagoya, patria della Toyota, e Tokyo in Giappone)”.

Insomma, non vede l’ora di bazzicare roba romana, o extra italiana. Il sindaco non ce la fa più, vuole assaporare quelle interviste fatte di chiacchiere e nulla, da elezioni politiche, vuole scordarsi che faccia hanno i cittadini e occuparsi di faccende diplomatiche. Piero Fassino ammicca dunque a Matteo Renzi: ti voglio bene io, amami un po’ anche tu, facendomi fuggire da Palazzo Civico. Nel frattempo ha impallinato Chiamparino, che era amore e ora non più, e fruga nei cassetti d’altri. Sia mai che ci scappi uno spazietto, molto nazionale e per nulla locale, s’intende.

 

 

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