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Cronaca

Un nuovo caso come quello dei Murazzi al mercato di Corso Racconigi a Torino

Redazione Quotidiano Piemontese

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mercato-corso-racconigi-torinoDopo il clamoroso caso dei Murazzi in cui da anni non venivano pagati i canoni di affitto senza nessuna apparente reazione da parte del Comune di Torino, ecco spuntare un caso analogo relativo al mercato di Corso Racconigi a Torino . La Cooperativa che gestisce la struttura ha accumulato debiti nei confronti di banche e Comune. Non solo, dal 2001 al 2011 non sono mai stati pagati i canoni di locazione.  La vicenda nella narrazione dello Spiffero:

Potrebbe diventare il nuovo caso Murazzi, e il nervosismo che aleggia nella giunta di Palazzo Civico è la testimonianza di quanto sia delicata la questione che riguarda il mercato al coperto di corso Racconigi e l’omonima Cooperativa che lo gestisce, da oltre dieci anni morosa nei confronti del Comune di Torino, per quanto riguarda i canoni di locazione, e da qualche mese anche con gli istituti bancari per il mutuo grazie al quale è stata riqualificata la struttura. Nonostante il parere contrario della giunta, la riunione dei capigruppo di oggi ha calendarizzato per lunedì prossimo le comunicazioni in aula dell’assessore Domenico Mangone, chieste dal numero uno di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone, che sul tema ha già inoltrato un esposto alla Corte dei Conti.  La bomba è esplosa a settembre, quando l’amministrazione ha firmato l’atto di sgombero, poi impugnato dai commercianti che dal Tar hanno ricevuto una sospensiva fino al prossimo 31 dicembre. Intanto, la Cooperativa Racconigi 51 che racchiude quella sessantina di operatori ha sospeso il pagamento delle rate del mutuo, scatenando le reazioni della banca finanziatrice, la Cassa di Risparmio di Savigliano, che esige una cifra di 40mila euro. Un problema che non riguarderebbe il Comune, non fosse che sono degli assessori di Palazzo di Città le firme sulle fidejussioni a garanzia dell’investimento, per un importo complessivo di oltre due milioni e mezzo. Per la precisione si tratta di tre operazioni che attraversano le gestioni di Valentino Castellani e Sergio Chiamparino. La prima – secondo la minuziosa ricostruzione di Marrone – è del 26 marzo 2001, quando l’assessore competenteFiorenzo Alfieri [Delibera C.C. mecc. 2001 02911/24] si impegna a  garanzia del mutuo decennale di lire 1.750.000.000 (Euro 903.799,57) per il completamento della ricostruzione dell’edificio. La seconda, in data 5 ottobre 2004 [Delibera C.C. n. mecc. 2004 07075/024] per il prolungamento della durata della fideiussione concessa da anni 10 ad anni 15 (intanto la delega era stata assunta da Elda Tessore). La terza il 25 luglio 2006 [Delibera C.C. n. mecc. 2006 05570/024] a garanzia di un mutuo ventennale di Euro 1.537.888,00 (900.000 Euro per rifacimento ingressi ed Euro 637.888,00 per estinzione della parte residua del precedente contratto di mutuo). Insomma, il Comune ha garantito e il Comune ci rimetterà se gli esercenti non pagano.

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