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Villar Focchiardo, in Val Susa, ferma la Tav israeliana e denuncia la ditta Pizzarotti che voleva realizzare la linea ferroviaria nei territori occupati

Redazione Quotidiano Piemontese

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 Parliamo di Tav, ma stavolta non di quella piemontese, bensì israeliana. La linea ferroviaria ad alta velocità dovrebbe collegare Tel Aviv a Gerusalemme per 6,5 km attraversando la Cisgiordania occupata. Nella realizzazione di tale linea è coinvolta la ditta Pizzarotti & Co spa, nata nel 1910 a Parma, ora condannata, all’unanimità, dal consiglio comunale di Villar Focchiardo, nel torinese, dove la sottrazione di terre palestinesi è volta a frammentare il territorio rischiandone l’indebolimento socio-politico. La costruzione della ferrovia, toccando determinate zone, infatti, viola il diritto internazionale comportando la confisca di terre e il saccheggio di beni appartenenti al territorio occupato. La coalizione Italiana “Stop That Train” ha chiesto al Governo italiano di scoraggiare le imprese nostrane che operano in violazione del diritto internazionale, seguendo l’esempio di altri paesi europei, ragion per cui la ditta di Parma è stata bloccata. Villar Focchiardo, in Val Susa, è la sesta amministrazione locale ad approvare una delibera del genere e la sua iniziativa è ancora più simbolica considerando che proprio la Val Susa, da molti anni, è impegnata ad affrontare la costruzione della Tav italo-francese che attraversa la vallata.  Secondo l’organizzazione palestinese per i diritti umani Al-Haq ci sarebbero fondati motivi per ritenere Pizzarotti responsabile di atti che “possono ammontare a gravi violazioni del diritto internazionale, come i crimini di guerra di saccheggio e di distruzione e appropriazione di beni”.

Per gli stessi motivi, la Deutsche Bahn si era ritirata dal progetto nel 2011. Oltre alla condanna della ditta italiana, la delibera comunale di Villar impegna l’Amministrazione locale a valutare la possibilità di inserire una clausola “che escluda la partecipazione di aziende e soggetti economici che operino in violazione dei diritti umani e/o in contrasto con i diritto internazionale” nel regolamento del comune “per la partecipazione a bandi comunali per l’esecuzione di opere pubbliche”. Negli ultimi mesi, tre imprese olandesi, su consiglio del Governo, hanno interrotto legami con gli insediamenti israeliani. Il governo britannico scoraggia le attività economico-finanziarie in quella zona di Israele.

La Romania vieta ai suoi cittadini, lavoratori edili, di essere coinvolti nella costruzione delle colonie israeliane poiché in violazione di norme di diritto internazionale e le nuove linee guida dell’Unione Europea, in vigore dal 1 gennaio 2014, vietano l’attribuzione di sovvenzioni comunitarie ai progetti in insediamenti illegali e il rilascio di prestiti Ue a qualsiasi entità israeliana che operi negli insediamenti.

La Coalizione Italiana Stop That Train applaude la coerenza mostrata da Villar Focchiardo e le altre amministrazioni locali italiane nell’assicurare che le imprese che traggono profitti dalla violazione del diritto internazionale non abbiano accesso ai fondi pubblici. Stop That Train esige che l’Italia, in perfetta linea con la politica europea, non riconosca la sovranità israeliana sui territori palestinesi occupati.

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