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Economia

I primi effetti della nascita di FCA potrebbero essere nell’editoria coinvolgendo Rcs, La Stampa, Urbano Cairo e Mario Calabresi

Redazione Quotidiano Piemontese

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la-stampa-dagospiaLe comunicazioni di Fiat sul suo futuro americano sono state la ratifica di futuri possibili oramai certi, ma gli effetti della migrazione americana di Fiat potrebbero portare ad inattese novità nel settore editoriale italiano a cui sembrava evidente volesse dedicarsi John Elkann. Dagospia pubblica un approfondimento in cui racconta le insofferenze di Marchionne verso le avventure editoriali di Elkann, che potrebbero portarlo alla possibile cessione di Rcs e de La Stampa in via di un progressivo disimpegno nel settore, proprio mentre si parlava da tempo di una incorporazione del giornale torinese nel ben più variegato editore milanese.  Nell’effetto domino derivante dal terremoto provocato sarebbero coinvolti anche Urbano Cairo come possibile compratore del giornale degli Agnelli, anche se la proprietà de La7 potrebbe limitarne il raggio d’azione,  e Mario Calabresi , attual direttore, che potrebbe essere in uscita dal giornale di Via Lugaro …

Carta molesta. Carta dannosa. Carta controproducente. La pensa così Sergio Marchionne, il gran capo di Fiat Chrysler Automobiles, che oggi ha messo ufficialmente una lapide anglo-olandese sulla Fabbrica italiana automobili Torino, ma due settimane fa ha intonato anche il De Profundis per Stampa e Corriere della Sera.

“Su Chrysler mi hai ascoltato e hai visto che i fatti mi hanno dato ragione, guarda che operazione ho portato a casa, guarda i soldi che ti ho fatto guadagnare…”, ha detto l’ingegnere con residenza elvetica a Yaki Elkann. Il giovane presidente gli ha risposto senza esitazioni: “Sì Sergio, è andata proprio così, è andata benissimo, sembrava un sogno e invece…”. E invece tutto liscio, ma non era alle medagliette che si voleva fermare Marpionne.

Che poi ha proseguito più o meno con queste parole: “Ti chiedo di ascoltarmi anche adesso. Sull’operazione Rcs ti ho supportato e sulla Stampa non sono mai intervenuto, ma ora noi siamo fuori dall’Italia e i due giornali non ci servono più a nulla. Anzi, sono solo fonte di perdite, rischiano di inimicarci inutilmente la politica e all’estero nessuno capirebbe come mai una multinazionale come la nostra debba avere Stampa e Corriere. Yaki, dobbiamo liberarcene”. Parole che hanno gelato il povero Yaki, che specie sul pieno controllo del Corriere aveva fatto un pensierino, anche in un’ottica di sinergie con la Stampa.

Il nipote dell’Avvocato ha tentato una flebile resistenza, ma Marpionne ha continuato ad argomentare in vario modo la tesi della inesplicabile “bizzarria” dei due quotidiani italiani nella nuova Fiat-Chrysler annunciata oggi. Poi da abile negoziatore qual è, ha concesso: “Il Corriere va venduto al più presto, ma la Stampa, mi rendo conto che ha anche un valore affettivo, quindi magari si può tenerla ancora un po’ se ti fa piacere…”. “Tra l’altro in questo momento chi è che ce la compra?” gli ha risposto Yaki. Piccola ingenuità, perché il campione di poker dell’Illinois aveva già pronto il rilancio: “Ma figurati, Urbano Cairo se gliela offri la compra di sicuro”.

Con tante domande nel cuore, e una certa angoscia per l’amato blasone editoriale, Elkann ha quindi pensato bene di parlare a cuore aperto con Mario Calabresi di tutta la faccenda. “In fondo siamo coetanei e poi abbiamo fatto progetti insieme”, si è detto Kaki Kaki. Ma il direttore della Stampa, che si vedeva già sulla tolda di via Solferino, non l’ha presa proprio benissimo. E che ha fatto? Ha alzato la cornetta e si è fatto vivo con il suo ex editore Carletto De Benedetti, sfogandosi un po’ per la paradossale situazione che si sta creando nel mini-impero editoriale della (ex) Fiat. I due si sono salutati con l’impegno di vedersi a colazione nei prossimi giorni.

Nel dubbio Mario Calabresi  ha realizzato un’intervista patinata a John Elkann per festeggiare la FCA.

 

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