Seguici su

Economia

Csi Piemonte: Ghiglia cerca di far approvare la delibera per informatizzare la sanità e privatizzare l’ente, ma i sindacati non ci stanno

Redazione Quotidiano Piemontese

Pubblicato

il

csi-piemonteNuova situazione di tensione per il CSI Piemonte per il tentativo di Agostino Ghiglia di proporre in un unica delibera di Giunta sia l’assegnazione al CSI della gestione dell’ICT della Sanità piemomtese, sia la modifica statutaria del Consorzio per arrivare alla privatizzazione. Il Comunicato delle rappresentanze sindacali

Le RSU sono state informate dalle Organizzazioni Sindacali che nel pomeriggio del 14 marzo l’Assessore Ghiglia ha convocato i segretari confederali torinesi di CGIL, CISL e UIL per un incontro sul futuro del CSI Piemonte. Erano invitati e presenti anche il Sindaco di Torino Fassino, l’Assessore provinciale Vana e rappresentanti di Università e Politecnico. Durante la riunione l’Assessore Ghiglia ha presentato ai sindacati la sua intenzione di fare approvare un’unica Delibera di Giunta che conterrebbe sia l’attribuzione al CSI della gestione dell’ICT della Sanità, sia la modifica statutaria del Consorzio per arrivare alla privatizzazione attraverso l’opzione di una gara di concessione per 7 anni delle attività ICT dei soci consorziati.
Si tratta dell’ennesima ripresa del discorso di privatizzazione del CSI, con un elemento in più di inaccettabilità: si vorrebbe, da parte della Regione, fare passare una modifica sostanziale nell’assetto del CSI attraverso una delibera di Giunta in una situazione di assenza per dimissioni della Giunta stessa.
I sindacati hanno mantenuto le loro riserve ed hanno rimarcato che in presenza
di una decisione dell’Assessore di assegnare al CSI la gestione ICT della Sanità,
ASO e ASL continuano a commissionare a ditte esterne la gestione dei loro
sistemi informatici, ignorando così ogni indicazione regionale. Tutto ciò rende
poco credibile qualsiasi impegno concreto assunto per assicurare il futuro del
consorzio qualora si abbandonasse l’attuale veste giuridica.

La proposta di approvare una modifica fondamentale del Consorzio attraverso
una delibera di giunta dopo le dimissioni di Cota appare un forzatura da parte di
responsabili politici arrivati al capolinea. E’ inaccettabile lo scambio, che ha un
sapore di ricatto, fra ipotetiche commesse in cambio di sostegni ad una nuova
visione politica del ruolo del CSI.

Secondo Davide Bono del M5S

Ghiglia si rassegni: non sarà lui a dare il colpo di grazia al Csi.
Non è accettabile che una Giunta ormai illegittima, come da sentenza del TAR, confermata dal Consiglio di Stato, si appronti a varare, tramite una delibera di Giunta, non validata dal voto in Aula, una modifica sostanziale dell’assetto societario del Consorzio informatico piemontese, per di più  non urgente né indifferibile.
Basta alle strumentalizzazioni e ai ricatti di non affidare le commesse al CSI, in particolar modo quelle sanitarie, senza prima una vendita ai privati della parte aziendale che produce “software”.
In questi quattro anni, né, a dire il vero, nei cinque precedenti, si è riusciti ad avere una gestione unitaria dell’informatica sanitaria, comportando un costo diretto ed indiretto notevolissimo per la Sanità e la Regione tutta. Non cambierebbe quindi nulla con l’esternalizzazione della factory.
Si può anche non mirare ad un unico software informatico, ma ad una serie di software, intercomunicabili tra loro, oppure a programmi che già esistono e sono in uso nelle ASR piemontesi per la digitalizzazione e la conservazione sostitutiva dei risultati delle analisi, della cartella clinica e la gestione di qualsiasi dato con standardizzazione in qualsiasi formato, i quali potrebbero portare, a costo praticamente zero, a risparmiare almeno 100 milioni di euro l’anno.  Se Ghiglia dovesse varare questa delibera, la stessa sarà prontamente oggetto di impugnazione in quanto non improrogabile né urgente.

Per Monica Cerutti di Sel

La privatizzazione del CSI-Piemonte è per Ghiglia una cambiale elettorale? La domanda è lecita perché altrimenti non riusciremmo a comprendere per quale motivo sia intenzionato a privatizzare a tutti i costi il consorzio in un momento nel quale non è più in carica nemmeno la Giunta regionale, se non per atti indifferibili e urgenti. La decisione di privatizzare attraverso l’opzione di una gara di concessione per 7 anni delle attività ICT dei soci consorziati non è solamente discutibile, ma è anche pericolosa perché esporrebbe la Regione Piemonte a eventuali ricorsi successivi in merito.

La concessione al CSI della gestione dell’ICT del sistema sanitario è un atto dovuto che ci auguriamo stia per essere concretizzato, seppur con enorme ritardo e non può essere barattato con la privatizzazione di un bene pubblico che è patrimonio di tutti i cittadini. Piuttosto l’assessore ci dica come è possibile che ASO e ASL continuino a commissionare a ditte esterne la gestione dei loro sistemi informatici ignorando qualsiasi indicazione del nostro ente.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese