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Cultura

Torino: consiglio provinciale si mobilita per salvaguardare la “Biblioteca di storia e cultura del Piemonte”

Redazione Quotidiano Piemontese

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libro anticoOltre ad essere la sede storica ed aulica, palazzo Cisterna è anche la sede della “Biblioteca di storia e cultura del Piemonte”. La biblioteca fu istituita nel 1956 su impulso dei professori Luigi Firpo e Giuseppe Grosso, allora Presidente dell’Amministrazione Provinciale e poi Sindaco di Torino, aperta al pubblico cinquantanni fa nel maggio 1964. Ma quando la Provincia di Torino diventerà Città metropolitina che fine farà questo patrimonio? Con una mozione approvata all’unanimità, il Consiglio provinciale ha voluto sottolineare ufficialmente l’unicità e l’alto valore culturale della biblioteca.

Nel documento, i consiglieri provinciali chiedono che alla luce delle modifiche istituzionali che vedranno la trasformazione dal 2015 della Provincia di Torino in Città Metropolitana, la biblioteca di palazzo Cisterna venga salvaguardata per non perder le sue caratteristiche, la sua unità ed il suo essenziale supporto a sostegno delle Università  e degli istituti di ricerca; richiedono inoltre che sia richiesto al Ministero dei Beni Culturali il riconoscimento dell’interesse storico delle raccolte e che, alla luce della presenza di numerosi fondi librari storici con vincolo di destinazione, provenienti da donazioni di figure tra cui  Valdo Fusi, Luigi Firpo, Marino Parenti e Carlo Ignazio Giulio, si mantenga all’interno di Palazzo Cisterna, sua sede naturale e storica, la collocazione anche futura della Biblioteca decidendo anche di destinare ulteriori spazi ad un ampliamento della collocazione dei preziosi fondi letterari custoditi.

La Biblioteca di palazzo Cisterna dispone di un patrimonio di oltre 100.000 titoli tra monografie, periodici, manoscritti, cinquecentine, stampe, carte geografiche e tesi di laurea: parte integrante del patrimonio è costituita poi da 11 rari incunaboli e 42  fondi archivistici, fra i quali quello della famiglia feudale Bosses di Bosses della valle di Susa, preziosa raccolta di 494 pergamene datate fra il 1225 e il 1788 e l’archivio “Claretta”, con  1381 documenti  dal 1350 al 1850, sulle principali famiglie nobili piemontesi. Non mancano poi lettere autografe di personalità politiche e letterarie dell’800, da Cavour a d’Azeglio, da Gioberti a Mazzini, da Brofferio  a Garibaldi, con autografi da Napoleone III e Vittorio Emanuele II.

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