Seguici su

Cronaca

Microcamere sulle divise dei poliziotti a Torino, in arrivo anche il taser stordente. “Tutela per agenti e cittadini”

Redazione Quotidiano Piemontese

Pubblicato

il

telecamera-polizia

Le nuove microcamere in dotazione ai poliziotti di Torino

Il Garante della Privacy ha detto sì e d’ora in poi gli agenti di polizia potranno indossare delle microcamere sulle divise per riprendere situazioni di criticità durante manifestazioni pubbliche. La sperimentazione è già iniziata in quattro città, Milano, Roma, Napoli e Torino e sotto la Mole gli agenti indossano le telecamere sin da giugno. Sono circa 160 le microcamere in dotazione nelle quattro città test, affidate ad alcuni caposquadra che coordinano gruppi di 10 poliziotti ciascuno. “Il nostro giudizio è assolutamente positivo – commenta telefonicamente Massimo Montebove, portavoce nazionale del Sap, il sindacato dei poliziotti -. Le microcamere sono una tutela per i poliziotti e soprattutto per i cittadini e dove sono state utilizzate, in Europa, le denunce sono sensibilmente calate”. L’ultimo ostacolo al loro utilizzo durante le manifestazioni era rappresentato da alcune obiezioni della magistratura, soprattutto in tema di privacy. Il Garante ha però acconsentito, ponendo dei paletti a beneficio di tutti: le telecamere individuali, da apporre sul gilet tattico, verranno attivate e disattivate solo su indicazione del funzionario in comando. Ogni apparecchio ed ogni scheda di memoria avranno un numero seriale unico annotato in un registro dedicato con il giorno, ora, servizio svolto, nome e qualifica dell’agente e momento della restituzione. Le immagini dovranno essere pertinenti agli scopi del servizio pubblico e all’effettiva necessità e potranno essere registrate solo in caso di concreta situazione di pericolo o di turbamento dell’ordine pubblico. Le riprese verranno subito consegnate alla locale polizia scientifica, ove verranno conservate per un periodo di tempo limitato e poi cancellate.

Massimo Montebove, portavoce nazionale del Sap

Massimo Montebove, portavoce nazionale del Sap

Montebove spiega anche la posizione del Sap nei confronti di un’altro strumento che la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha ieri approvato con un primo sì (il testo dovrà ancora passare il giudizio dell’Aula): il taser. La pistola elettrica, utilizzata “con le necessarie cautele per la salute e l’incolumità pubblica e secondo principi di precauzione e previa intesa con il Ministro della salute”, potrebbe presto diventare parte della dotazione di carabinieri e poliziotti: “Siamo favorevoli all’introduzione del taser, che già utilizzano in oltre 100 polizie in tutto il mondo, ma considerati gli enormi tagli che il governo ha attuato recentemente per i corsi di formazione del personale, non vorremmo che tra qualche mese gli agenti avessero in mano il taser senza però sapere come usarlo”. Tra le altre misure allo studio ci sono anche lo spray al peperoncino e il numero identificativo per i poliziotti, su cui il portavoce del sindacato è molto chiaro: “Siamo contrari per due ragioni. Innanzitutto perché nel momento in cui tutti avremo le microcamere sulla divisa, le riprese certificate supereranno il problema. E in secondo luogo perché si rischia un ingolfamento del sistema giudiziario con denunce di numeri identificativi magari errati (ricordando che le testimonianze avverrebbero in situazioni di caos e confusione) che produrrebbero effetti disciplinari e processuali gravi per il singolo in caso di errore”.