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Ferrovie dello Stato comunica che la Tav costerà 9,9 miliardi: niente aumenti (dicono), le cifre

La realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione costerà 9,9 miliardi di euro. Di questi il 58% sono a carcio dell’Italia e il 42% della Francia. La notizia è riportata dall’agenzia di stampa Public Policy, che rende note le parole dell’amministratore delegato delle Ferrovie di Stato Michele Elia. Elia è stato ascoltato in commissione Lavori pubblici al Senato ed ha anche ricordato che lo scavo del tunnel di base comincerà a tre anni dalla definizione del promotore e che la durata di realizzazione dell’opera è di dieci anni più due. Dopo di lui è però intervenuto il presidente di Ferrovie dello Stato Marcello Messori, che ha detto che il costo finale dell’opera non è in realtà ancora determinabile con precisione perchè ci sono una serie di fattori che lo rendono incerto. Il senatore Esposito ha a più riprese chiesto di conoscere i motivi dell’aumento dei costi previsti.
Ma, secondo le spiegazioni arrivate in serata da Ferrovie dello Stato dopo una giornata di polemiche ed allarmi da parte dei sostenitori dell’opera e di festeggiamenti da parte dei contari, non ci sarebbe alcun aumento per i costi rispetto a quanto già preventivato. I costi complessivi del progetto sono stimati in 9,94 miliardi di euro comprensivi di 1,61 (studi, indagini geognostiche e gallerie esplorative) e di 8,3 per la realizzazione dell’opera. Di questi 8,3 miliardi, 4,8 sono a carico del nostro Paese, e sono già finanziati per 2,9 mld con la legge di Stabilità 2013. I rimanenti 1,9 mld, pari al 40% dell’impegno italiano, saranno finanziati con fondi europei, spiega ancora la nota.
Tenuto conto che i lavori saranno affidati secondo la normativa francese che prevede l’adeguamento dei prezzi, Italia e Francia dovranno definire assieme il tasso di rivalutazione monetaria prima della presentazione congiunta della richiesta di finanziamento all’Ue, prevista entro febbraio 2015. L’analisi costi benefici – conclude la nota – è stata già redatta al tempo in cui si doveva decidere se realizzare o meno l’opera che, oggi, è considerata investimento strategico europeo inserito nel ‘core corridor Mediterraneo’.
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