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Lavoro

Fiom incontra la Regione Piemonte su aziende in crisi

Redazione Quotidiano Piemontese

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fiomQuesta mattina, venerdì 13 marzo, in piazza Castello, si è svolto un presidio dei lavoratori metalmeccanici piemontesi delle aziende in crisi: alla manifestazione erano presenti diverse centinaia di lavoratori provenienti da tutta la Regione in rappresentanza di numerose realtà produttive, tra le quali l’Ilva di Alessandria e di Racconigi, la Kme di Alessandria, l’Adr di Asti, la Bialetti del Verbano, la Bitron e la Mtm di Cuneo, la Meritor, la Sant’Andrea e la Ics di Novara. Tra le aziende torinesi erano presenti la Telis di Scarmagno, la Pcma (gruppo Fca) di San Benigno, l’Agile di Ivrea e Torino, la De Tomaso di Grugliasco, l’Agrati di Collegno, le Carrozzerie di Mirafiori. Una delegazione di lavoratori è stata poi ricevuta dal presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e dagli assessori regionali al Lavoro, Gianna Pentenero, e alle Attività produttive, Giuseppina De Santis.

Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil, e Vittorio De Martino, segretario regionale della Fiom-Cgil, hanno dichiarato: «Quello che chiediamo agli enti locali, e alla Regione in particolare, non è un generico impegno nei confronti di tutte quelle persone che in questi anni hanno perso il lavoro ma l’apertura di una vera e propria trattativa con il mondo delle imprese per farsi carico di questo enorme problema sociale. Se davvero le politiche governative dovessero favorire una ripresa delle assunzioni, e non una semplice operazione di maquillage contrattuale, non vorremo che venissero nuovamente penalizzate quelle persone che hanno già vissuto la crisi sulla propria pelle con la perdita del lavoro».

Al termine dell’incontro la Regione, in una nota, ha sottolineato che si “farà promotrice di un tavolo con le organizzazioni datoriali e con i sindacati confederali per affrontare il problema delle migliaia di lavoratori che hanno perso l’impiego e che dal 2015 non avranno più la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali”.

“Se guardo ai dati macroeconomici – ha spiegato Chiamparino – vedo i segnali di una timida ripresa, trainata soprattutto dall’export, in settori che tradizionalmente non impiegano molta manodopera. Resta da capire come questo si potrà tradurre sul piano di un aumento della domanda interna. Immagino comunque che ci troveremo davanti ad uno scenario migliore a quello dell’anno trascorso. Come Regione, solo pagando i debiti pregressi, immetteremo sul mercato un miliardo e mezzo di liquidità”.

Un aiuto potrebbe venire dall’utilizzo del Fondo sociale europeo, come ha meglio specificato l’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero: “Tenendo conto che i fondi europei non sono infiniti e che occorrerà avere il coraggio di abbandonare le politiche che non hanno avuto successo, per intraprenderne di nuove, si possono trovare delle azioni da perseguire mirate alla ricollocazione. Stiamo anche aspettando di conoscere dal governo a quanto ammonteranno i finanziamenti per le politiche attive del lavoro, che potrebbero costituire un altro filone di intervento, pur sapendo che non avremo le risorse sufficienti per rispondere a tutti. Alcuni progetti, poi, sono già in campo, come quello di anticipo della pensione per chi era rimasto senza lavoro a tre anni dal congedo, un percorso interrotto dal cambio ai vertici dell’Inps, ma che contiamo di riprendere”.

Sui fondi comunitari è intervenuta anche l’assessore alle Attività produttive, Giuseppina De Santis: “Intendiamo costruire dei progetti e delle linee di lavoro comuni fra Fondo sociale europeo e Fesr, in modo da poter sostenere gli investimenti delle imprese e parallelamente la qualificazione professionale delle persone. L’obiettivo è quello di facilitare sia le imprese che cercano professionalità specifiche sia le persone che vogliono entrare o tornare sul mercato del lavoro e per far questo hanno bisogno di aggiornamento professionale. Vogliamo inoltre usare i 120 milioni di euro previsti nel Fesr per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici non a fondo perduto bensì come strumento di leva finanziaria, in modo da favorire un volume di investimenti tale da avere impatto non solo sulla qualità dell’aria e sulla bolletta energetica delle pubbliche amministrazioni, ma anche sulla creazione di posti di lavoro e auspicabilmente sul consolidamento di una filiera produttiva specializzata”.

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