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Cultura

Dal 20 maggio a Stupinigi una mostra su Fritz, l’elefante di Torino

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L’elefante di Torino (1850) dagherrotipo - Collezione Simeom (Archivio Storico della Città di Torino)

L’elefante di Torino (1850) dagherrotipo – Collezione Simeom (Archivio Storico della Città di Torino)

Si svolgerà dal 20 maggio al 13 settembre alla Palazzina di caccia di Stupinigi la mostra “Fritz, un elefante a corte”. La mostra è realizzata dal Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e dalla Fondazione Ordine Mauriziano con la cura di Elisabetta Ballaira e di Pietro Passerin d’Entrèves. Al centro della festa, che farà rivivere il “serraglio di animali esotici” che animava il grande parco della residenza Sabauda nella prima metà dell’Ottocento, ci sarà naturalmente Fritz, l’elefante indiano donato dal vicerè d’Egitto Muhammad ‘Ali al re Carlo Felice nel 1827, che solitamente da sfoggio di se al Museo di Scienze. Trovate sul sito tutti i dettagli e gli orari.

La storia di Fritz
Per accogliere l’elefante donato a Carlo Felice fu ricavato nell’ex scuderia di Stupinigi uno spazio interamente recintato. A disposizione di Fritz c’era anche un cortile con una vasca circolare munita di scivolo. Il pachiderma fu oggetto di grande interesse: appena giunto a Stupinigi fu ritratto dal vivo dalla pittrice Sofia Giordano. La litografia, stampata presso il laboratorio di Felice Festa ebbe larga diffusione. Nel 1835 Enrico Gonin dipinse l’elefante attorniato da una folla di curiosi durante una parata e, soprattutto, Fritz ebbe l’onore di essere immortalato in un dagherrotipo, unico in Italia con un soggetto animale. Casimiro Roddi, chef della Ménagerie, Franco Andrea Bonelli, Giuseppe Genè e Filippo de Filippi, che si avvicendarono alla direzione del Museo Zoologico torinese, registrarono con cura notizie e informazioni sui suoi comportamenti, la sua alimentazione (spesso inadeguata) e le cure mediche. Dopo la morte (1852) Fritz venne tassidermizzato ed è ancora oggi custodito nel Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.

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