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Recitando Shakespeare, intervista con Franca Rizzi Martini

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E’ da poco uscito per il tipi di Neos Edizioni il romanzo di Franca Rizzi Martini “Recitando Shakespeare“. Si tratta di un bell’intreccio che viaggia su due storie parallele, la prima ambientata a Torino ai giorni nostri, la seconda tra Torino e Moncalieri ai tempi della seconda Madama Reale. Tra protagonisti di fantasia e personaggi storici due misteriosi omicidi finiscono per intrecciarsi.

Trovate qui la recensione del libro.

Abbiamo intervistato l’autrice di Recitando Shakespeare, Franca Rizzi Martini.

Da cosa nasce il romanzo e l’idea di ambientare la parte storica dello stesso ai tempi della seconda Madama Reale?

Il romanzo nasce da esperienze e ambientazioni vere; da una parte dalla mia prima esperienza teatrale in qualità di attrice dilettante e dall’altra da un’antica villa di Moncalieri, costruita da Giovambattista Grondana, ministro delle finanze di casa Savoia. Maria Giovanna Battista fu un personaggio che ho trovato molto interessante e controverso e il suo periodo di reggenza fu solo di una decina di anni, cosa che mi ha permesso di focalizzarmi su quel breve lasso di tempo per trovare alcuni spunti avvincenti.

Che tipi di ricerche ha fatto sulla storia dei luoghi e dei personaggi?

Riguardo ai luoghi li ho visti e vissuti in prima persona, dalla Villa Grondana, alla via del sale lungo la valle del Roia, riguardo ai personaggi storici, mi sono documentata su libri antichi e moderni, non disdegnando anche l’aiuto di Internet.

Patrizia è una donna estremamente timida che con il teatro cambierà decisamente il suo carattere. Geremia un ragazzo molto giovane che con il suo lungo viaggio crescerà inevitabilmente parecchio. Possiamo dire di essere di fronte (anche) ad un romanzo di formazione?

Il concetto di romanzo di formazione può essere giusto, anche se effettivamente è molto riduttivo e non mi piace questa definizione; generalmente sono i miei personaggi che lungo lo svolgimento della vicenda mi suggeriscono comportamenti e attitudini. E’ vero, durante i vari episodi anche i loro caratteri compiono un percorso, modellandosi via via che la storia procede, ma è naturale che ogni vicenda modifichi in qualche modo i personaggi che la vivono.

“Recitando Shakespeare” è però anche un romanzo storico, un giallo, un romanzo d’amore. Dovesse darne una definizione unica (per quanto inevitabilmente riduttiva)?

Io lo definisco un romanzo giallo storico. E’ un filone che mi interessa e mi soddisfa pienamente; prima di questo libro ne ho scritti altri due, “Il suonatore di balalaica” e “Il mantello della zebra”; entrambi trattano di vicende lontane nel tempo e nello spazio, di specifici periodi storici e di thriller nati dalla mia fantasia, ma che si legano gli uni agli altri attraverso collegamenti e temi che pervadono l’intero romanzo.

Torino e Moncalieri sono il palcoscenico di buona parte della vicenda. Qual è il suo rapporto con le due città?

Torino e Moncalieri sono entrambe città di adozione per me; ho imparato ad amare i loro pregi e ad accettare i loro difetti, ci vivo bene in entrambe; io sono milanese, ma credo che il mio carattere si avvicini di più a quello piemontese, schivo e riservato, per cui qui mi trovo molto bene e in oltre trentacinque anni di permanenza mi sono fatta moltissime amicizie; non credo che tornerei volentieri a vivere a Milano.

Una curiosità: perché proprio Shakespeare?

Come ho detto questa idea è nata dalla mia prima esperienza teatrale, nella quale ho recitato proprio “Il sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare. Io amo molto la sua poetica e l’ho trovata indovinata come filo conduttore delle due vicende.

Il sito dell’autrice.

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