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Cronaca

Api Torino lancia l’allarme: “Molte aziende a rischio per la burocrazia”. Quando la semplificazione diventa complicazione…

Redazione Quotidiano Piemontese

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Le Piccole e Medie Imprese sul finire dell’anno rischiano di subire pesanti sanzioni per l’ennesimo intoppo burocratico della Pubblica Amministrazione. Questa volta, a determinare problemi è il meccanismo di invio della Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) che deve essere fatto obbligatoriamente entro il 2015 per via telematica e che invece presenta ostacoli e lentezze spesso insuperabili per le imprese. In gioco, la possibilità di continuare l’attività nel 2016 oltre che sanzioni pecuniarie e il rischio d’arresto. A subire le conseguenze del caos che si sta creando, oltre 300 imprese di tutte le dimensioni e non solo PMI, titolari di numerose autorizzazioni ambientali tra cui le più diffuse sono quelle relative alle emissioni in atmosfera. Queste aziende rischiano sanzioni per un ammontare che può andare da un minimo di 258 ad oltre un migliaio di euro, senza contare il rischio di arresto da 2 mesi a 2 anni per la mancata presentazione di domande di rinnovo per attività che necessitano di precise autorizzazioni.
A sollevare il problema è API Torino il cui Vicepresidente Vicario, Cristina Di Bari, si rivolge direttamente al Presidente della Regione, Sergio Chiamparino, oltre che agli Assessori alle Attività Produttive e all’Ambiente.
L’oggetto del contendere è appunto l’AUA, cioè una autorizzazione ambientale unica che dà il via libera alle imprese per ciò che riguarda una serie di adempimenti di carattere ambientale collegati, per esempio, agli scarichi idrici, alle emissioni in atmosfera, rifiuti e al rumore esterno. Questioni delicate che nel tempo hanno dato più di un problema alle imprese e che, ormai due anni fa, dovevano essere meglio affrontate proprio con la forte semplificazione burocratica dovuta all’obbligo di avere una sola autorizzazione al posto di numerose altre.
“Quello che originariamente doveva essere un progetto di semplificazione amministrativa – spiega infatti Di Bari -, in realtà si sta dimostrando essere un nuovo pesante adempimento per le imprese con aggravio di ore-uomo e costi. L’AUA è entrata in vigore ormai da ben 2 anni, doveva semplificare adempimenti e scadenze e invece si sta rivelando un clamoroso fallimento”. Colpa, secondo gli imprenditori, del fatto che Regioni, Province e Città Metropolitane hanno ostacolato l’unificazione e condivisone della modulistica e dell’iter autorizzativo così come il coordinamento fra gli Sportelli Unici che dovevano accogliere le domande. “La semplificazione – aggiunge poi API Torino -, doveva passare anche attraverso l’informatizzazione delle pratiche senza però che questa diventasse un limite e un appesantimento di oneri per le imprese”. In realtà, il proliferare a livello regionale di diversi portali di caricamento dei dati e la duplicazione delle informazioni inserite (come oggi avviene con quello della Regione Piemonte, gestito dal CSI), complica la vita alle imprese senza nessun vantaggio.
“Tutto questo – dice ancora Di Bari -, sta comportando oggi, alla vigilia di una importante scadenza (quella del 31 dicembre 2015), gravi disagi e il rischio per centinaia di imprese in Piemonte alle prese con rinnovi di vecchie autorizzazioni ambientali, di non riuscire ad adempiere agli obblighi previsti, oltre che il potenziale collasso del sistema. L’inserimento delle domande si sta traducendo in una pratica ingestibile informaticamente, con tempi più che raddoppiati. Una semplice domanda cartacea compilabile in poco meno di un’ora, rischia di richiedere quasi una giornata di lavoro per un costo che passa da 200/300 euro a quasi mille euro e la necessità di affidare a consulenti pratiche che prima potevano essere svolte anche internamente. Il sistema informatico è infatti palesemente inadatto a gestire i flussi di informazioni attuali (diverse inefficienze sono state segnalate ma non ci sono i tempi tecnici per risolverle entro fine anno), e necessita di una fase di sperimentazione diversa da quella che è stata fatta alcuni mesi fa”.
API Torino, quindi, chiede di modificare radicalmente l’attuale sistema di trasmissione della documentazione tecnica oltre che una contestuale flessibilità per le domande presentate entro la scadenza della fine dell’anno
“Più in generale – dice ancora Di Bari -, è importante che su questa questione come su molte altre venga riattivato un dialogo con la Città Metropolitana e le altre Province per creare i reali presupposti di una semplificazione burocratica in favore delle imprese e dei cittadini”

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