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Cronaca

Il funerale di Serena Saracino alla Gran Madre

Redazione Quotidiano Piemontese

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E’ cominciata alle 12.00 la cerimonia funebre di Serena Saracino, la studentessa di 22 anni morta in Spagna nel terribile incidente che ha coinnvolto il pullman di studenti Erasmus. Da prima delle 11.00 centinaia di torinesi hanno cominciato a riempire la Gran Madre, lasciando il proprio ricordo e un mazzo di fiori.

I torinesi arrivano alla Gran Madre

L’arrivo della bara con il corpo di Serena Saracino

Serena esce dalla Gran Madre in un silenzio rispettoso

Solo quando la macchina parte i presenti si lasciano andare ad un applauso commosso

Le foto dalla Gran Madre.
Dopo la fotogallery il testo completo dell’omelia dell’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia.

“Non sia turbato il vostro cuore”: la parola del Signore è un invito alla speranza in questo momento di gravissimo lutto e dolore che colpisce nel piu’ profondo dell’anima, i genitori di Serena, i suoi parenti, amici, tutta la città e l’intero Paese.

Sì, Signore, il nostro cuore è profondamente turbato, ma la nostra fede in te è salda e crediamo nella tua parola che ci assicura: “Nella casa del Padre mio vi sono molti posti e io ne ho riservato uno per ciascuno di voi accanto a me, perché dove sono io siate anche voi”.In questi giorni ho pensato più volte, cari fratelli e sorelle, a quali parole di conforto e di speranza avrei potuto dire alla famiglia di Serena e a tanti suoi amici universitari,alla nostra comunità,in una circostanza così tragica e dolorosa. No, non ci sono parole umane che possano alleviare questa grande sofferenza ; solo gesti di amore possono lenire il dolore; solo il silenzio e la preghiera possono accompagnare questi momenti; solo la consolazione della Parola di Dio può infondere luce e forza nel cuore.

Abbiamo pregato nel Salmo: “Signore, tu sei il mio pastore. Se anche dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza”. Il Signore come buon Pastore è andato incontro a Serena mentre camminava nella valle oscura della morte e l’ha presa per mano e l’ha condotta a quel posto preparato per lei fin dall’eternità, perchè ha amato e vissuto con gioia e impegno la sua giovane vita.

Sono parole che rivelano la tenerezza del Signore e come balsamo leniscono le ferite dell’anima e rinsaldano la fiducia nel suo amore. E’ la certezza della vita eterna, che Dio ci ha offerto in Cristo suo Figlio morto e risorto, il bastone su cui appoggiare le nostre lacrime e le nostre invocazioni di soccorso.

In questi giorni in cui ci apprestiamo a celebrare la sua Pasqua di risurrezione è’ lui il nostro Salvatore, che ci libera dalla disperazione e dalle tenebre della morte ed apre orizzonti di vita e di pace interiore, perché egli rinfranca e guida per il giusto cammino, conduce e prepara per ogni suo discepolo una mensa di felicità e di grazia nella sua casa per lunghissimi anni.

Possiamo dunque attestare con l’apostolo Paolo: “Chi mai potrà separarci da questo amore forte e potente di Cristo che ha dato se stesso per noi? Forse la tribolazione, l’angoscia, la violenza e la stessa morte? In tutto queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Sì, ne siamo certi e lo attestiamo oggi con la nostra fede e la nostra preghiera: niente potrà mai separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù Signore nostro”.

Di questo amore indistruttibile, che lega i discepoli a Cristo vincitore della morte, gode ora Serena, che, seppur strappata con violenza da questa terra, gusta l’incontro di gioia e di comunione piena con il Padre, che rappresenta la meta sicura della speranza e il termine di ogni umano desiderio di felicità e di vita. Lei ora è nella pace di Dio dove non ‘c’è piu’ lutto, sofferenza e pianto e pena alcuna. E sono certo che i suoi sogni infranti di giovane e le aspettative sul suo futuro che stava costruendo con impegno e determinazione nello studio e nelle amicizie, in vista di una professione così prossima alle necessità della gente come è il lavoro di farmacista, non andranno perduti perchè tutte le nostre opere e i desideri di bene ci seguiranno anche nella vita futura e faranno parte della nostra gioia per sempre.Mi auguro inoltre che la sua testimonianza carica di entusiasmo e di speranza e vissuta con serietà e responsabilità sia di esempio a tanti altri giovani nel perseguire traguardi positivi per se stessi e per il bene comune della nostra società.

Insieme a questi sinceri sentimenti di fede non posso, carissimi, non riflettere su quel male oscuro che simili tragedie, sempre più frequenti nella cronaca dei nostri tempi, evidenziano in non poche famiglie e comunità.

Esse ci costringono a riflettere seriamente sul senso della vita e della morte,sulla precarietà della nostra esistenza sottoposta a rischi imprevedibili dove malgrado le tecnologie piu’ avanzate, l’errore umano è sempre alla porta e può dominare anche le situazioni piu’ normali e quotidiane.Tutto cio’ non ci deve abbattere ma se mai stimolarci a ricercare vie nuove per riscattare la morte con la vita, la sofferenza con una concreta fraternità e solidale prossimità.Allora avremo la forza di resistere al male, ad ogni male, anche il più terribile, come quello che stiamo vivendo, per alzare lo sguardo verso colui che sa trarre il bene anche dal male ed affidare a lui le nostre invocazioni di aiuto.

Per questo preghiamo: Signore, preziosa ai tuoi occhi è la morte dei tuoi fedeli, come preziosa è stata la morte di tuo Figlio sulla croce. Accogli la giovane vita di Serena e donale quella pienezza di speranza e di gioia a cui anelava il suo cuore.Come il chicco di grano, caduto in terra porta molto frutto, rendi la sua tragica morte, feconda di amore per i suoi cari e i suoi amici. Solo tu, infatti, puoi trasformare il male in un’occasione di salvezza, redimendolo con il tuo sacrificio pasquale.

Guarda questa comunità che ti invoca ed accogli le sue preghiere di suffragio, affinché accompagni con sentimenti di umana e cristiana solidarietà chi è nella sofferenza e abbia la forza di non lasciarsi mai abbattere dalla violenza del male, ma di impegnarsi a vincerla con un supplemento di bene e di vita per tutti.

Dona, Signore, alle famiglie segnate da una dolorosa e imprevedibile perdita di propri congiunti, il balsamo del tuo amore che risana le ferite, affinché ogni dramma sia colmato dalla prossimità, ogni sofferenza sia sostenuta dall’aiuto reciproco, ogni lacrima sia condivisa, ogni prova sia superata dalla fede in te, che sei il Dio vicino Provvidente e Amico.

A te, Maria Santissima, Consolata e Consolatrice, che sotto la croce hai provato l’estrema sofferenza della morte del Figlio, offrendo il tuo dolore per la nostra salvezza; a te, Madre di sicura speranza, affidiamo le nostre preghiere, affinché la tua potente intercessione le presenti al Padre ed egli, nel nome di Cristo, le esaudisca. Amen

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