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Venerdì 31 marzo sciopero dei lavoratori della ristorazione collettiva

Redazione Quotidiano Piemontese

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Braccia incrociate domani, venerdì 31 marzo, per i lavoratori della ristorazione collettiva e commerciale a causa dell’esito “negativo dell’ennesimo tentativo svolto dalle organizzazioni sindacali per ricercare una mediazione nella trattativa per la definizione del contratto collettivo nazionale di lavoro della ristorazione collettiva, scaduto da ormai 4 anni”.

Per le 9 di domattina è prevista una manifestazione a Roma, in piazza Bocca della Verità.

Spiegano i sindacati:

All’indomani del negativo esito dell’ennesimo tentativo svolto dalle organizzazioni sindacali per ricercare una mediazione nella trattativa per la definizione del CCNL della ristorazione collettiva, scaduto da ormai 4 anni, abbiamo letto i comunicati diramati dalle associazioni datoriali ed in particolare da Cir Food Soc. Cooperativa. Si resta allibiti per quanto affermato. Come ammettono, la differenza economica che ha determinato la rottura del negoziato è pari a circa 200 euro nell’arco di due anni: può sembrare poco, ma che dire del fatto che lor signori ritengono la loro offerta il massimo erogabile. Un aumento salariale nel 2017 di 35 euro (al 4° livello, per un full time, lordi…), nessun arretrato per i 4 anni trascorsi, una rata di aumento a ottobre 2017 di 10 euro (al 4° livello. per un full time, lordi…). Non è solo una questione di importi salariali, di fondamentale importanza per migliaia di lavoratrici che hanno prevalentemente un inquadramento al 6° livello e un rapporto di lavoro part time a 12, 16 ore settimanali. E’ una questione di rispetto per le persone. Un valore che tutte le aziende, soprattutto quelle cooperative, dovrebbero praticare non solo a parole. Ma vi è di più. Lor signori, dopo mesi di trattative su ogni articolo del contratto nazionale, anche ieri hanno tentato di cambiare le carte in tavola: a poche ore dalla riunione, hanno inviato un testo con numerose modifiche su vari istituti contrattuali, ribaltando gli impegni assunti solo poche settimane fa. Affermano che “lo sciopero non porterà a rivedere la loro posizione”: lo vedremo. Sicuramente, queste organizzazioni sindacali non sono disponibili a negoziare con chi predica bene e razzola in questo modo. Oltre un milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori aspettano il rinnovo del contratto”.

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