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A Torre Pellice apre il nuovo Museo Storico Valdese

Redazione Quotidiano Piemontese

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Mercoledì 31 ottobre – giorno in cui in tutto in mondo si ricorda la Riforma protestante – a Torre Pellice verrà inaugurato il nuovo Museo Storico Valdese.
Grazie al contributo della Tavola Valdese (Otto per mille), della Regione Piemonte e della Società di Studi Valdesi, il sostegno degli sponsor tecnici iGUZZINI e Wunderhaus e il patrocinio del Comune di Torre Pellice, il completo rifacimento del Museo Storico Valdese – fondato con il nome di Musée Historique Vaudois nel 1889, in occasione del bicentenario del “Glorioso Rimpatrio”, il vittorioso rientro dalla Svizzera nelle Valli natie dei valdesi esiliati dal duca di Savoia Vittorio Amedeo II – è stato progettato dagli architetti Margherita Bert e Massimo Venegoni, autori di numerosi interventi su strutture storiche museali quali quelle del Forte di Bard (Aosta).

A illustrare logiche, motivazioni, linee guida, obiettivi e fili conduttori di un progetto di profonda trasformazione architettonica, espositiva e comunicativa che cambia in modo sostanziale – ad esempio attraverso la destinazione museale della torretta panoramica aperta sulle Valli valdesi – le caratteristiche di un’istituzione nata oltre un secolo fa per conservare un patrimonio che discende da una specifica identità culturale e di fede, interverranno: Sergio Chiamparino, Presidente della Regione Piemonte, Eugenio Bernardini, Moderatore della Tavola Valdese, Erika Tomassone, Presidente della Fondazione Centro Culturale Valdese, Dino Carpanetto, Presidente della Società di Studi Valdesi, Davide Rosso, Direttore della Fondazione Centro Culturale Valdese – Museo Storico Valdese, e Daniele Jallà, Consigliere Nazionale dell’International Council of Museums ICOM Italia.

L’appuntamento è alle ore 17,30 di mercoledì 31 ottobre a Torre Pellice, presso l’ex Convitto Valdese di via Beckwith 3.

Unico al mondo a ripercorrere gli oltre otto secoli di storia valdese attraverso due continenti, l’Europa e le Americhe, il nuovo Museo Storico Valdese di Torre Pellice propone un percorso – spesso evocativo, come ad esempio nella torretta panoramica aperta sul territorio della storia valdese – da intendersi come un continuum narrativo, articolato in 6 grandi sezioni temporali classiche – dal Medioevo al Novecento – che, snodandosi per unità di senso intorno a temi e concetti chiave, fa riferimento alla specifica cronologia degli avvenimenti valdesi, inserendoli nel contesto più generale anche con l’aiuto di brevi testi a cura di studiosi, specialisti ed esperti in grado di proporne un’interpretazione storica rigorosa e aggiornata:

Medioevo: dalla radicale conversione, intorno al 1174, del mercante Valdo di Lione – dal quale il movimento valdese ha preso origine – alla crociata contro l’eresia valdese promossa nel 1488 in Val Pragelato da papa Innocenzo III, passando per le prime condanne e le prime persecuzioni (sezione a cura di Lothar Vogel con Francesca Tasca);
Cinquecento: dall’adesione alla Riforma protestante nel 1532 alla prima guerra di religione contro i valdesi del duca Emanuele Filiberto di Savoia (1560-61), con un’area dedicata alla ricostruzione di un antico tempio valdese (sezione a cura di Susanna Peyronel con Davide De Franco);
Seicento: dagli editti che progressivamente limitano i diritti dei valdesi, ai tentativi di conversione al cattolicesimo e ai massacri, tra cui le cosiddette “Pasque Piemontesi” del 1655, che ebbero larga eco in tutta l’Europa protestante, con uno spazio dedicato all’esilio in Svizzera e al successivo Glorioso Rimpatrio (sezione a cura di Claudio Pasquet e Albert de Lange con Samuele Tourn Boncoeur);
Settecento: dal reinsediamento nelle Valli natie alla parentesi di libertà dell’occupazione francese e napoleonica in Piemonte (sezione a cura di Dino Carpanetto con Davide De Franco);
Ottocento: dalla Restaurazione alla partecipazione dei valdesi al Risorgimento e all’impegno per l’alfabetizzazione e l’evangelizzazione dell’Italia unita, passando per il grand tour dei viaggiatori inglesi nelle Valli, la concessione albertina dei diritti civili e politici nel 1848, le emigrazioni in Francia, Uruguay, Argentina e Stati Uniti, con uno spazio dedicato alla storia dell’istruzione e delle scuolette di borgata (sezione a cura di Gian Paolo Romagnani con Simone Baral).
Novecento: partizione incentrata sui temi – tuttora fondamentali per il mondo protestante – dell’ecumenismo, della democrazia e della diaconia, fino al 1984, anno della firma delle Intese tra lo Stato Italiano e le Chiese valdese e metodista. (sezione a cura di Davide Rosso e Filippo Maria Giordano).

LA TORRETTA PANORAMICA APERTA SULLE VALLI

In un alternarsi di ambienti espositivi diversi e fortemente caratterizzati – stanze, passaggi, corridoi, ma anche nicchie e finestre, simboliche strettoie e spazi immersivi –, dal primo piano il percorso museale sale alla torretta panoramica dello storico edificio dell’ex Convitto valdese costruito negli anni Venti del Novecento su progetto dell’architetto Emilio Decker. Aperta su tre lati – con affacci a est, sud e ovest –, la torretta immette nel Museo la geografia del territorio circostante, fino a raggiungere idealmente i luoghi che videro i momenti principali della storia valdese in uno scenario che, dalla direzione di Lione, città d’origine di Valdo, l’iniziatore del movimento valdese, passa per Chanforan, il grande prato in cui l’assemblea dei valdesi decise l’adesione alla Riforma protestante, per Sibaud, dove i valdesi, rientrando dall’esilio in Svizzera, fecero giuramento di fedeltà reciproca, giungendo alla Torino in cui, nel 1848, Carlo Alberto di Savoia, re di Sardegna, concesse i diritti civili e politici ai valdesi e, poco dopo, agli ebrei. Oltre alla vista a 270° dalle grandi trifore della torretta, sono le mappe e, prossimamente, gli allestimenti multimediali, a immergere con immediatezza i visitatori nella storia e nella geografia valdese.

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