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Matematiche certezze, intervista con Maria Masella e Rocco Ballacchino

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Genova e Torino. Maria Masella e Rocco Ballacchino. Antonio Mariani e Sergio Crema. Questo il doppio binario su cui viaggia Matematiche certezze, Fratelli Frilli Editori, in cui i due protagonisti delle serie noir di Masella e Ballacchino si incontrano per un’avventura comune.

A Genova viene trovata una donna uccisa e con due dadi infilati in gola. Indaga Mariani. Cinque anni prima a Torino c’era stato un caso simile (uguale, in realtà, più di uno in reaaltà…) e se ne era occupato Sergio Crema. Ecco che i due commissari entrano in contatto per provare a risolvere il nuovo delitto di Ferragosto. Trovate qui la recensione completa del libro, mentre giovedì 11 aprile alle 18.00 alla Feltrinelli di piazza Cln a Torino potrete incontrare i due autori in una chiacchierata da me diretta.

Intanto queste sono le loro risposte alle mie domande.

Mariani e Crema insieme. Come è nata l’idea di questo incontro?

Masella: Alla fine dell’estate del 2017 il collega Ballacchino mi ha proposto un noir a quattro mani con i nostri protagonisti. Non avevo mai letto nulla di Rocco (scrivo due noir all’anno e quando li ho in cantiere non posso leggere altri noir perché mi confonderebbero). Ho colmato la lacuna e ho accettato. Mi è piaciuta l’idea di lavorare sulla figura di un serial killer, che ultimamente avevo poco usato.

Ballacchino: Mi piaceva l’idea di un ponte investigativo che unisse Genova e Torino, su due piani temporali. Ho perciò pensato che il complice ideale del mio Crema fosse Antonio Mariani, il commissario creato da Maria.

Ci sono vari metodi per impostare un libro scritto a quattro mani. Voi come avete lavorato?

Masella: Rocco ha cominciato a scrivere, io ero “lavori in corso”. Ai primi di ottobre ha cominciato a mandarmi il suo pezzo in costruzione. Più andava avanti e più cominciavo a rendermi conto che sarebbe stato complicato. Avevamo già deciso che ognuno di noi avrebbe mantenuto il proprio modo di scrivere. Ma la storia? La sua indagine doveva precedere la mia e doveva essere conclusa. Ma allora la mia a cosa sarebbe servita? Scrivendo il mio pezzo ho camminato sul filo del rasoio: non dovevo fare una copia della sua indagine, ma dovevano essere collegate.

Ballacchino: Noi abbiamo lavorato a incastro mantenendo le nostre peculiarità stilistiche e creato dei ponti narrativi tra le due storie. Spero abbia funzionato.

Avventura comune ma i protagonisti hanno mantenuto le loro caratteristiche, perfino quelle di tecnica narrativa. Eppure l’insieme funziona perfettamente. Siete soddisfatti delle scelte fatte?

Masella: Grazie. Sì, sì e ancora sì. In alcuni momenti ho ringraziato il Cielo che Rocco fosse a Torino, se fosse stato a Genova mi avrebbe uccisa. Lavoro al cento per cento senza scaletta, senza schema, senza niente. Mi chiedeva “Maria, come va?” Rispondevo “Bene” e non gli mandavo niente. Perché era ancora tutto fluido, anzi aeriforme. In compenso ogni tanto gli chiedevo modeste modifiche e senza spiegargli il motivo (non lo sapevo, ma d’istinto ci volevano). Se l’avessero fatto a me, sarei salita in auto, avrei fatto la tirata senza sosta e avrei ucciso. (Comunque, sono pacifista.)

Ballacchino: Lascio la risposta al lettore. Posso dire che lavorare con Maria è stato professionalmente stimolante perché lei tende ad apporre diverse modifiche al testo originale mentre io sono un autore da “buona la prima”.

Questa è difficile: qual è l’idea avuta dall’altro che più vi ha entusiasmato?

Masella: Il personaggio del killer.

Ballacchino: Ho ammirato soprattutto la gestione dell’aspetto prettamente matematico da parte di Maria. Fosse stato per me ci sarebbe stato da ridere. Poi lei scrive davvero molto bene, ma lo sapevo già.

Genova e Torino hanno storicamente molti punti in comune. Qui si incrociano sulla strada tracciata dai delitti. Cosa conoscete e amate della città dell’altro?

Masella: Mariani era già stato a Torino (mi pare in Mariani allo specchio, ma ne ho scritti venti e non ho più vent’anni). Ho usato Torino anche quando scrivo di mano sinistra (romance storici). Torino è meta abituale per i viaggi di istruzione degli studenti dei primi anni di liceo, quindi molte volte ho accompagnato classi. Nonostante tutto, tendo a perdermi come in tutte le città piatte. Di Torino mi piace la regolarità ed è la stessa caratteristica che me la rende estranea. Ma Torino resterà sempre “Italia 1960”: il cielo azzurro, il giro argenteo dei monti e una cioccolata goduriosa. E la mia vicina d’ombrellone che ha sposato un “gianduiotto”, come dice sua madre.

Ballacchino: Di Genova “invidio” il mare e il fatto di essere una perla incastonata tra il mare e l’entroterra. C’è tanta storia a poche centinaia di metri dal porto. E poi i carruggi. Impossibile non perdersi, con il cuore e con il corpo.

Avete in programma altri incontri tra i vostri personaggi e quelli di altri autori?

Masella: Lascio la risposta a Rocco. E ad altri.

Ballacchino: Adesso mi sto dedicando alla scrittura del settimo episodio della nuova indagine di Crema, ma per il futuro mai dire mai. Lavorare con Maria è stato un piacere. I gialli, d’altronde, sono pieni di colpi di scena. Chissà…

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