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Alessandria

L’associazione che ha denunciato il caso del prof. De Luca risponde all’Università del Piemonte Orientale

Redazione Quotidiano Piemontese

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Dopo la denuncia dell’associazione Trasparenza e Merito e la risposta dell’Università del Piemonte Orientale sul caso del del prof. Giuseppe De Luca ecco una nuova presa di posizione da parte dell’associazione che a sua volta risponde punto su punto.

Torniamo sull’argomento affrontato in un precedente comunicato da parte dell’Associazione per fare ulteriori considerazioni a proposito del caso del prof. Giuseppe De Luca, anche a seguito di una lettera di precisazioni (che abbiamo pubblicato in una nota aggiunta in calce al comunicato stesso) da parte del rettore dell’Università del Piemonte Orientale, nella quale, alla fine, si può leggere che “l’ateneo valuterà eventuali azioni legali a sua tutela”.

L’ateneo afferma che “non corrisponde al vero l’affermazione secondo cui il Consiglio di Dipartimento avrebbe deliberato la richiesta di attivazione di un concorso aperto a interni ed esterni, poi smentito dagli atti successivi del Consiglio di Amministrazione”. Nonostante fosse già noto sia al direttore del Dipartimento che al direttore della Cardiologia, come è emerso dagli atti amministrativi, che si trattasse di un posto da riservare ad esterni, tale procedura di concorso è stata INSPIEGABILMENTE portata in discussione come Art. 18 Comma 1, come si evince dall’ordine del giorno. Inoltre, numerosi docenti hanno confermato che in quella riunione del 26 Settembre 2017 si sia discusso – in termini estremamente chiari – riguardo ad un concorso aperto, a cui avrebbe potuto partecipare anche il prof. De Luca.

D’altronde, nella delibera del 13 ottobre 2017 (successiva alla finale approvazione del concorso), cui l’ateneo fa menzione, emergono vistose anomalie che confermerebbero quanto detto. Nella delibera viene riportato quanto segue:

“Il Direttore afferma che nella seduta del 26/9/2017 si era sviluppata un’articolata discussione e gli sembrava essere emersa, in maniera unanime, l’esigenza che il posto in questione venisse ricoperto da un candidato esterno all’Università del Piemonte Orientale”. L’ “esigenza” parsa al direttore esprime la chiara volontà di identificare un soggetto esterno per ricoprire il posto di professore ordinario e pertanto rallentare conseguentemente la progressione di carriera del prof. De Luca. A conferma di ciò, il direttore continua affermando che ha“ritenuto opportuno di interpretare questa volontà con la stesura del dispositivo di delibera”.

L’Ateneo, tra le sue precisazioni, ha – probabilmente per dimenticanza – omesso di segnalare che il TAR lo ha condannato ad un risarcimento di circa 4 mila euro al ricorrente. L’Università del Piemonte Orientale ha annullato gli atti, in esecuzione della sentenza e come riconoscimento dell’illegittimità di quanto fatto, ma ha bandito, successivamente, un nuovo concorso identico. Con l’ordinanza adottata il 22 febbraio 2019, il Consiglio di Stato ha accolto l’appello del prof. De Luca, “ai fini del giudizio di merito” (già pubblicata in precedenza).

In merito alla mancata assegnazione della Divisione di Cardiologia al prof. De Luca, l’ateneo afferma che “Tuttavia all’Università non è arrivato alcun input in tal senso da parte dell’Azienda Ospedaliera”. Dalla documentazione in nostro possesso risulta l’esatto contrario: quanto affermato dall’ateneo è in palese contrasto con quanto invece deliberato dall’Azienda Ospedaliera “Maggiore della Carità”, che ha chiaramente riportato nell’atto deliberativo: “Al momento non sono pervenute indicazioni da parte del Rettore dell’Università del Piemonte Orientale circa la nomina della sopracitata Struttura”.

Per quanto riguarda l’elezione del direttore della Scuola di Specialità, in data 6 novembre il prof. De Luca aveva chiesto tempestivamente l’affidamento della scuola, richiesta rifiutata dal rettore, seppure ben conscio della necessità come direttore specifico del settore (cardiologia) di un docente del settore, come imposto dalla legge, per ottenere l’accreditamento e salvare la scuola di specializzazione. Ebbene, sono state indette ben 5 elezioni a partire dal novembre 2018, 4 delle quali senza il raggiungimento del quorum dei votanti. E’inspiegabile, inoltre, come dal febbraio 2019 l’ateneo si sia assolutamente disinteressato di indire nuove elezioni. Da ben 8 mesi la scuola è diretta dal decano. Quella della cardiologia è, di fatto attualmente, l’unica Scuola di Specialità dell’UNIPO e l’unica scuola di specialità nell’ambito della cardiologia italiana a non avere un direttore specifico del settore disciplinare. Nella lettera inviata dal prof. De Luca, in data 9 Marzo, ai docenti della scuola, parzialmente riprodotta nel nostro precedente comunicato, veniva segnalata la gravità della sua mancata elezione ed il danno derivante alla Scuola e all’Istituzione.

Inoltre, questo ingiustificato comportamento – lo ribadiamo – era in palese contrasto con l’unica motivazione del concorso riservato ad esterni, ovvero avere un secondo docente per soddisfare i requisiti previsti dalla legge ai fini dell’accreditamento della scuola. L’ateneo afferma che “Non corrisponde al vero l’affermazione secondo cui sarebbe stata affidata la Direzione della Scuola ad altro docente (…)”. Tale affermazione dell’ateneo è in chiaro contrasto con quanto esso stesso scrive successivamente nella comunicazione con le precisazioni, ovvero che le funzioni di direttore sono state affidate al decano, come peraltro risulta dalla delibera. Il MIUR impone che il direttore della Scuola sia NECESSARIAMENTE un docente dello specifico settore disciplinare, che si sarebbe dovuto eleggere entro i termini di chiusura dell’accreditamento, pena chiusura della scuola. Il decreto interministeriale del 28 febbraio 2019, difatti, derogava solo per l’assunzione del secondo docente. Gli altri requisiti erano necessari per legge entro il 22 marzo 2019.

L’ateneo afferma: “Si respinge con forza l’accusa di “falso in atto pubblico” mossa con riferimento all’indicazione del Prof. De Luca quale “Direttore della Scuola” in sede di compilazione delle schede MIUR finalizzate all’accreditamento della Scuola.”

La FAQ n. 1 del MIUR e dell’ANVUR consentiva di inserire delle note. Ma l’ateneo non ha esplicitamente specificato – come invece avrebbe dovuto – che il professore De Luca non era il direttore pro tempore (come si può invece intendere dallo scritto), e che i compiti del direttore erano affidati dal dicembre 2018 al decano, docente di altro settore disciplinare, e già direttore di altra scuola di specialità. Quindi doppiamente incompatibile. Il MIUR non era certamente stato informato nei dettagli. In data 6 giugno 2019 è stata inviata al rettore la richiesta (che pubblichiamo sul nostro sito) di copia di una eventuale delibera che attestasse l’assegnazione pro tempore della Scuola di Specialità al prof. De Luca, alla quale, ad oggi, a distanza di 20 giorni, non è stata fornita alcuna risposta. Appare probabile dunque – nonché grave – che si tratti di una dichiarazione fornita dall’ateneo al Miur finalizzata a soddisfare i requisiti per ottenere l’accreditamento della scuola di specializzazione.

Nella lettera del collega De Luca si può leggere un passaggio significativo:

“In data 9 Maggio mi era giunta voce, con mia profonda sorpresa, che sarebbe stato riportato, a mia assoluta insaputa, sulla scheda inviata al MIUR in data 22 Marzo 2019 il mio nome come Direttore della Scuola di Specialità in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare. In data 10 Maggio 2019 ho provveduto repentinamente a chiedere alla segreteria della Scuola di Specialità tale scheda (…) Ebbene, da tale scheda risulta effettivamente (ribadisco con forza a mia insaputa e con profonda sorpresa) il mio nome quale Direttore Protempore della suddetta Scuola di Specialità.”

Alla luce di quanto abbiamo ricordato, “Trasparenza e merito” evidenzia e sottolinea l’illegittimo comportamento dell’Ateneo del Piemonte Orientale nei confronti del Prof. Giuseppe De Luca. Il tentativo di rallentare la progressione di carriera di uno dei suoi migliori ricercatori, come ben riconosciuto dallo stesso ateneo, insieme alle altre irregolarità che emergono dalla documentazione in nostro possesso, sulla quale ci auguriamo che la magistratura faccia luce, ci offre un triste spaccato, ben presente come purtroppo sappiamo, nell’Università italiana.

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