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nevica ancora su via baxilio, intervista con Pier Emilio Castoldi

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Siamo a Tortona in un dicembre dove la neve sembra cercare spazio per coprire quanto di poco chiaro accade in città. Questa è l’ambientazione di nevica ancora su via baxilio, il nuovo romanzo di Pier Emilio Castoldi, Fratelli Frilli Editori.

Sul selciato davanti ad un palazzo di via Baxilio a Tortona viene trovato il corpo senza vita di un uomo. A tutti sembra un suicidio e i carabinieri sembrano intenzionati a chiudere presto il caso. Dante Ferrero, giornalista di cronaca, ha seri dubbi e decide di insistere. Anche perchè poco dopo un secondo cadavere viene trovato legato (e questa volta chiaramente ucciso) in una cascina poco fuori città… e due morti in pochi giorni a Tortona non possono essere un caso. Trovate la recensione completa del romanzo qui.

Pier Emilio Castoldi ha risposto alle mie domande.

Due morti in pochi giorni a Tortona non possono essere un caso. Da cosa nasce l’idea di “nevica ancora su via baxilio”?

Il ritrovamento di due cadaveri a distanza di pochi giorni non porterebbe certo a pensare ad una fatalità, anche se il primo verrà catalogato in fretta come suicidio. A non considerarlo tale è il solo Ferrero, che indagherà come suo solito fino alla scoperta di alcune connessioni tra i due casi passate inosservate.
L’idea nasce dal desiderio di dare un seguito (sequel) alle fortunate uscite precedenti e su suggerimento da parte dell’editore nel ripresentare il personaggio (che pare abbia ottenuto riscontri positivi per la caratterizzazione) assieme alla sua cricca di ”colleghi”. Nasce, altrettanto naturalmente dall’entusiasmo trasmesso dalle richieste dei lettori (unica linfa vitale per chi ha velleità di scrittore) per una nuova avventura che riguardasse ancora una volta i loro ”beniamini”. Non ultimo l’insana idea di provare a divertirli, o meglio, distrarli, con una storia intrigante attraverso un racconto gradevole, stuzzicante e quel tanto impegnativo come dev’essere un’indagine.

Dante Ferrero è un giornalista di quelli di una volta, di quelli che vogliono arrivare in fondo alla notizia. Ci racconti il personaggio?

Non propriamente un giornalista vecchio stampo. Tutt’altro. Si tratta di un giornalista sui generis che a volte appare demotivato nei confronti della sua professione e che ha trovato nelle indagini una dimensione più gratificante. Ovviamente, come nel caso delle due investigazioni precedenti, improvvisandosi detective senza averne l’esperienza necessaria ad evitare guai. Insomma, l’idea era di costruire un personaggio il più normale possibile, lontano dagli schemi usuali dell’investigatore professionista. Con tutti i problemi che la cosa comporta sommati ai difetti del personaggio.

Intorno a lui si muovo un gruppo di attori fondamentali con i quali ha rapporti molto stretti…

Non potrebbe essere altrimenti. La propensione a complicarsi l’esistenza grazie a buone dosi di irresponsabilità e imprudenza (scambiata per audacia) non poteva non consigliare la presenza di collaboratori più avveduti. La sua pragmatica compagna di vita e socia (Mercedes, detta Mercy), ma soprattutto l’ormai anziano e pensionato Capitano Ipsilon (Gaeta) la cui esperienza come ex agente dei servizi segreti si rivelerà molto spesso fondamentale. A corollario, ma altrettanto importanti, le figure degli uomini dell’Arma.

Le vicende dei tuoi personaggi si svolgono a Tortona, non proprio un grande centro cittadino. Qual è il tuo rapporto con il territorio?

Mi ero posto il problema se Tortona potesse diventare in qualche modo la ”Cabot Cove de noantri” o peggio ancora di darne una visione distorta di centro di malaffare e delinquenza, quando viceversa la città appare ancora come un’oasi felice, nonostante piccoli fatti di criminalità tuttora ascrivibili come ”micro”.
Leggendo viceversa, della trilogia finora pubblicata, sia Tortona Nove corto (il primo della serie pubblicato nel 2015 e interrotto nel 2017 con una capatina in quel di Voghera nel secondo episodio) sia in Nevica ancora su Via Baxilio, ne esce una città per molti aspetti protagonista e comunque positiva. Mi auguro di aver dato risalto anche alle qualità e alle tipicità che il territorio offre, quasi mi sentissi ”promoter” di una località che per la bellezza e ”appeal” non avrebbe comunque bisogno del mio patrocinio.
Sono convinto che il nostro resti un territorio da valorizzare, pur consapevole di farlo in un modo per molti aspetti originale (un noir con citazioni a piatti e vini tipici a volte funziona!). Ma un po’ mi ero stufato dei soliti gialli/noir ambientati nei grossi centri metropolitani decidendo di provincializzare un po’ questo genere di letteratura.
Del resto, nella realtà, casi di cronaca eclatanti vengono spesso compiuti in piccoli centri.

Immagina una trasposizione cinematografica o televisiva del romanzo. Quali attori ti piacerebbe interpretassero i tuoi protagonisti?

Talvolta le serie televisive non corrispondono fedelmente al contenuto del romanzo né al protagonista. Potrei citare casi in cui l’autore, per pure esigenze di share televisivo si è visto trasfigurare il personaggio a volte radicalmente (non ultima una serie che uscirà tra poco sugli schermi dove la protagonista cartacea, bassa tarchiata e con un brutto carattere, verrà interpretata da una superba biondona procace).
In ogni caso, a dire il vero, è un sogno che non mi ha mai sfiorato. Ben più talentuosi autori penso abbiano diritto a vedere le loro opere riprodotte cinematograficamente, così come è già stato fatto per molti eccellenti scrittori che personalmente conosco.
Diciamo che lo scrivere per puro piacere, ovviamente legato alla modesta notorietà e ad una istintiva concretezza mi permettono ancora di vivere nel fortunato recinto degli autori senza pretese vietandomi decolli inverosimili verso quote che non mi appartengono.

E’ già nella tua testa una nuova avventura per Dante Ferrero?

Da un po’ in incubazione. Un’idea macchinosa e molto molto diversa dalle precedenti (tanto per servire una nuova portata in tavola).
Non lavoro con un plot narrativo già impostato o con una scaletta preordinata in testa e quindi l’abbozzo del quarto romanzo della serie è tuttora in fase embrionale. Tuttavia i presupposti per una storia originale e complessa credo ci siano tutti. Stavolta (come nel caso del secondo libro ambientato a Voghera), Dante Ferrero se ne uscirà di città, indagando sul delitto compiuto in un campo da golf e su loschi giri d’affari che coinvolgono mezza Europa.
Per ora niente più.

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