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Ippodromo di Vinovo: riapre tutto ma per l’ippica nessuna certezza

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“La fase 2 entra nel vivo, ma per l’ippica non ci sono certezze”. E’ quanto dichiara Elio Pautasso, presidente di Federippodromi che rappresenta a livello nazionale anche la posizione di HippoGroup Torinese, gestore dell’ippodromo di Vinovo. “Il provvedimento del Governo del 17 maggio non prevede il ritorno alle corse. Auspichiamo che l’attività agonistica riprenda al più presto”.

Guido Melzi d’Eril presidente e Amministratore Delegato dell’impianto torinese, in sintonia con Federippodromi, aggiunge: “Gli ippodromi che come il nostro si occupano anche dell’allenamento e dell’ospitalità dei cavalli non sono rimasti chiusi neppure un giorno, garantendo il benessere degli animali. Per tutti noi, dagli allevatori agli allenatori, i guidatori e i fantini, fino ai proprietari e agli stessi gestori degli ippodromi, è necessario ricominciare a gareggiare, perché solo così si rimetterà in moto il settore rendendolo nuovamente produttivo. Se questo non avverrà a breve, rischieremo di fermarci tutti definitivamente”.

Domenica 17 maggio, quando nell’ultimo DPCM non si è citato il mondo delle corse dei cavalli, l’ultima doccia fredda. La ripresa agonistica sembrava alle porte ed invece per la ripartenza sembra quasi ci si rimbalzarsi la palla tra il Ministero della Politiche Agricole e Forestali che governa il mondo del cavallo ed il Ministero della Salute con il Comitato Tecnico Scientifico governativo che dovrebbe redigere ed autorizzare i protocolli per tornare alle corse.

“Da tempo chiediamo una riforma improntata sul rilancio al settore e per questa pandemia abbiamo ipotizzato ai ministeri competenti anche sostegni sotto forma di crediti di imposta e altre iniziative, visto che l’ippica era già in difficoltà prima di questa emergenza. – continuano così Guido Melzi d’Eril ed Elio Pautasso – Occorre però pensare alle priorità: dare immediatamente il via libera alle corse e subito dopo pensare alle riforme. Aspettare ancora ci farà correre il rischio di non riaprire vanificando così qualsiasi intento di riforma. Guardando a come stanno gestendo le stesse problematiche in Europa, con le corse già ripartite o con una data precisa per la ripresa dell’attività non vediamo perché solo in Italia l’ippica debba essere così penalizzata.”

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